Cultura
lunedì 16 dicembre 2019
E se fosse troppo tardi?

di Luca Petinari
Un uomo che si affaccia alla ringhiera che da Piazzale della Libertà porta al molo piccolo, apparentemene quieto e con il corpo leggermente piegato in avanti, il peso che spinge sulle braccia e si appoggia su una gamba. Il totale relax di chi si gode una giornata pesarese a cielo aperto e in fronte al mare.
Poco lontano da lui, all'orizzonte, in mezzo all'acqua, un'esplosione, il cui impatto ha provocato quello che sembra ricordare il fungo atomico di ben nota memoria. Un contrasto fortissimo, tra un cataclisma imminente e l'indifferenza di chi, passivamente, osserva. A descrivere questa scena, in didascalia (caption, diremmo oggi nel mondo dei social), la frase: facciamo qualcosa prima che sia troppo tardi.
Quest'opera grafica era stata realizzata da Massimo Dolcini in occasione della Camminata della Pace organizzata a Pesaro il 17 febbraio 1980. Sono passati quasi quarantanni da quel campanello d'allarme che, a rivederlo oggi, sembra più attuale che mai. Ma al posto di quella disascalia, che era uno sprono a fare qualcosa, oggi forse sarebbe più giusto chiedersi: e se fosse troppo tardi?
Quest'opera fa parte del percorso espositivo della mostra 'Il diritto di essere deboli. Massimo Dolcini a Parigi nel 1989 per i diritti dell'uomo', inaugurata venerdì 13 dicembre, a Palazzo Mosca - Musei Civici.