Cultura

sabato 09 novembre 2019

David Bowie fece cadere il Muro di Berlino nel 1977

David Bowie fece cadere il Muro di Berlino nel 1977

di Luca Petinari

A Berlino Ovest, quartiere bohemien di Schoneberg, civico 155 di Hauptsrasse, tra il 1976 e il 1978 si scrisse la storia della musica. Protagonista, tra i protagonisti, David Bowie, rifugiatosi in Germania assieme all'amico Iggy Pop per fuggire dai vizi e fumi della Los Angeles più allucinata. Qui nacque quella che venne definita la trilogia berlinese, ovvero il tris di album che Bowie concepì in terra tedesca mettendo il punto e tracciando le linee future di quelle che erano le suggestioni e le visioni di allora.

Un trittico aperto da Low e chiuso da Lodger. Nel mezzo, un album che può benissimo essere considerato uno spartiacque dell'epoca: "Heroes". C'è l'old wave e c'è la new wave, e poi c'è David Bowie, recitava una pubblicità dell'epoca proprio a enfatizzare il fatto che il Duca Bianco era scuola a sé, ma anche linea di confine tra passato e futuro. Con "Heroes" (virgolette necessarie alla titolazione) Bowie aveva messo sul fuoco ardente del punk le intuizioni elettroniche urbane, algide e cupe di band come Kraftwerk, Neu! e Cluster, sotto l'occhio vigile in fase collaborativa e produttiva di Brian Eno e Tony Visconti. "Heroes" è un capolavoro, forse il più grande nella sua districata discografia. E lo è anche per un brano, quello che poi dà il titolo all'album, che è destinato a fare la storia.

Heroes (da qui in poi inteso come brano) col suo feedback di chitarra suonato all'infinito - da Robert Fripp dei King Crimson, tra l'altro - e la sua propulsione kraut, ha segnato la via di quelle che saranno le stagioni synth-pop e new romantic degli anni '80. Ma ancor di più Heroes ci racconta, meglio di qualsiasi altro brano in quell'album, le suggestioni di una Berlino divisa a metà da muro.

Quella divisione, tra est ed ovest, si presenta come una ferita al centro della città, cuore pulsante dell'arte e della cultura. Da qui il tono malinconico che Bowie regala al brano, raccontando di un amore impossibile tra un potenziale king e una potenziale queen. Una storia d'amore impossibile, ma che se si compiesse, anche solo per un giorno, regalerebbe ai nostri protagonisti il titolo di eroi.

A riascoltarla oggi, Heroes sembra il presagio della caduta del muro che sarebbe arrivata dodici anni dopo: due amanti divisi, come potevano essere Berlino Est e Berlino Ovest, che potevano diventare eroi per un giorno. Quel giorno arrivò il 9 novembre 1989.

L'intenzione di Bowie non era però quella di creare una metafora di Berlino e del muro. Ciò che racconta è un vero spaccato di vita berlinese, una goccia romantica in una città cupa e divisa. Prendiamo questa strofa, dove il muro viene citato per davvero: I can remember, standing by the wall, è l'immagine che inizia a figurarsi nella mente di Bowie, situata ai piedi del muro. And the guns shot above our heads, and we kissed, as though nothing could fall: le pistole che sparano sopra le loro teste rappresentano la tensione politica dell'epoca, l'unica in grado di scavalcare il muro. Ma sotto di esso ci stanno due amanti, che si baciano come se niente di tutto ciò possa cambiare. Il riferimento è sia al muro, sia al loro amore impossibile.

Il loro amore, con quel bacio, però, trovò compimento. E così i due amanti divennero eroi anche per un solo giorno. Nello specifico i due personaggi erano Tony Visconti (produttore di Bowie) e la corista Antonia Maaß, che si baciarono per davvero ai piedi del muro. Un'immagine fotografata nella mente di Bowie e che ha riportato in questo brano eterno, mantenendo l'anonimato dei due amanti per proteggere il matrimonio di Visconti.

Il 9 novembre 1989 cadde il Muro di Berlino, e gli abitanti dell'ala est si incontrarono con l'ala ovest in un bacio metaforico, inaspettato, in nome della libertà e che li ha resi eroi, almeno per quel giorno. David Bowie con Heroes probabilmente non aveva alcuna intenzione di profetizzare la caduta del Muro di Berlino, ma i grandi geni riescono a scrivere la storia anche senza volerlo.

Primo, registrazione presso il Tribunale di Pesaro n°3/2019 del 21 agosto 2019. P.Iva 02699620411

Primo utilizza Cookie di terze parti per personalizzare gli annunci pubblicitari e analizzare il traffico in ingresso. Fornisce informazioni ai Partner sul modo in cui utilizzi il sito, i quali potrebbero utilizzarle secondo quanto previsto delle proprie norme. Per saperne di più o negare il consento a tutti o alcuni cookie clicca su Maggiori Info. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione acconsenti all’uso dei Cookie da parte dei servizi citati nell'Informativa Estesa.

Maggiori Info