Cultura
lunedì 07 ottobre 2019
Come essere felici e contenti cambiando vita (anche dopo i 40 anni)

di Luca Petinari e Christian Ricciarini
"Quando avrete ottant'anni e in un momento di silenziosa riflessione ripercorrerete la storia della vostra vita, l'elemento più significativo saranno le scelte che avete compiuto. Alla fine di tutto, noi siamo le nostre scelte"
Nel maggio 2010, in una versione meno emotiva e più motivazionale della celebre frase di Mark Twain, Jeff Bezos pronuncia queste parole nel discorso inaugurale della Princeton University. Ciò che il fondatore di Amazon vuole trasmettere alla giovane platea davanti a sé, non è solo un discorso a breve termine: la vita non è fatta solo di quale università o quale corso scegliere, se essere dottore o ingegnere, operaio o muratore, artista o avvocato; la vita è fatta di scelte, sempre. E molte di queste non sono solo effimere decisioni che possono variare la routine ("stasera pizza o thailandese? Cinema o Netflix?"), ma vere e proprie sliding doors.
"Quante volte avete sentito dire a una persona 'basta, adesso mollo tutto e cambio vita, cambio lavoro'?", ci domanda Christian Ricciarini, founder e CEO di Officine Creative Marchigiane. "Sempre più persone - continua - si ritrovano a quel punto, quello di voler fare una scelta. Perché non è detto che una volta scelto un lavoro, dobbiamo percorrere quella strada per sempre. Ci sono tante strade, tante opzioni da poter intraprendere per quello che chiamiamo cambiamento."
Ma come si arriva a quello che Christian definisce il salto nel buio? "Non è solo una questione di coraggio - spiega - poiché spesso ci si ritrova costretti a un bivio, a un cambiamento forzato, dove non bisogna avere paura di intraprendere una delle due strade. E' anche una questione di forza, una forza che ti fa dire basta e capire di essere arrivato, quella che ti permette di fare il salto e attraversare il buio. All'inizio lasciare delle certezze per qualcosa di nuovo può spaventare ma, fatto carico delle responsabilità e delle conseguenze che porta il salto verso il cambiamento, una volta che le cose si saranno spianate, è possibile raggiungere la felicità e la libertà dell'aver fatto la scelta giusta".
Christian Ricciarini, prima di essere founder e CEO di OCM, all'età di 38 anni, con un lavoro da ingegnere in un'impresa edile e una famiglia con due figli, decide di fare il salto verso il cambiamento. L'ispirazione motivante arriva dalla lettura di Cambiamo Tutto di Riccardo Luna, che permette a Christian di trovare la forza per fare il salto. Il primo step decisivo avviene nel 2013 con la presenza di Luna a Pesaro, il quale, in un periodo post-boom della crisi economica, dice: c'è una crisi, ma voi cosa state facendo in risposta a ciò?
Per Christian questa è la frase che innesca una convinzione in più: quella del dover prendere seriamente in considerazione quelle che sono le sue idee, i suoi sogni nel cassetto; di tirarli fuori e non riporli mai più. Arriva poi un bivio, che si traduce in: proseguo col mio lavoro o ricomincio da zero? "Avevo uno stipendio certo e due bimbi di 3 e 5 anni, mi sono confrontato con mia moglie e ho scelto: riparto da zero".
Tutto poi accade tra i 2014 e il 2015, quando Christian, ripercorrendo anche le varie collaborazioni incontrate durante la sua esperienza lavorativa, lancia la sua prima start-up: Officine Creative Marchigiane. "Eravamo in tre, tutti decisi ad affrontare qualcosa di nuovo. Abbiamo viaggiato nelle grandi città per vedere come si muoveva il mondo delle start-up e siamo arrivati ad oggi, con uno spazio di co-working e la possibilità di contare con un team di talenti, una community che possa dare il proprio punto di vista su qualsiasi cosa. Non ci definiamo agenzia di comunicazione, non ci piace darci dei limiti". L'idea di Christian non è più solo un appunto da leggere la sera dopo il lavoro e prima di dormire: è realtà.
Nessun limite, nessuna definizione. "Mi definisco startupper seriale. Non è facile spiegare cosa facciamo, siamo una novità e vogliamo essere un punto di riferimento per il mondo delle start-up nel centro Italia. Raccogliamo idee e facciamo sì che queste diventino realtà".
Oggi l'età media di chi avvia una start-up in Italia è di 40 anni, segnale di una novità (la normativa risale appena al 2012) che si è posta come una soluzione in tempo di crisi, di chi ha avuto la forza e il coraggio di affrontare il cambiamento, davanti a un bivio e non. "La paura ci ingessa - continua Christian - la mia filosofia è che in questa unica vita che ci è concessa dobbiamo lasciare un messaggio, un segnale, quindi viverla in maniera attiva e non passiva".
La voglia di cambiare è il vero segreto del cambiamento: "Non è questione di avere l'idea geniale sull'app da sviluppare - spiega Christian - è la voglia di cambiare e la voglia di crearsi le condizioni e le occasioni di crearsi un terreno fertile. Nessuno verrà a bussarti alla porta. Certo, non sarà facile, inizialmente non ci dormirai e butterai giù dei gran rospi, ma se ti creerai le situazioni necessarie affinché il cambiamento avvenga, allora avrai successo". Se ti senti arrivato in quello che fai, perché non provi qualcosa di nuovo?, è la domanda giusta da porsi per poter affrontare il cambiamento.
La filosofia di Christian trova, in un certo senso, concretezza in Valvola, un progetto di OCM dove "si cerca di innescare la valvola di sfogo di ognuno di noi. Abbiamo iniziato con una serie di interviste a persone che raccontassero quale fosse il loro modo di evadere dalla routine. Un modo per rompere gli schemi, di superare le barriere di quelli che possono essere i limiti delle competenze". Un modo, insomma, di poter dire che si può fare, di promuovere la creatività che ognuno di noi ha dentro e che viene manifestata in diverse forme, con l'obiettivo di spingere le persone a tirare fuori dal cassetto il proprio sogno, per realizzarlo e sentirsi appagati.
Oggi Valvola si declina con un programma radio e con una linea d'abbigliamento, che sta avendo il contributo di Matteo Cambi, ideatore di Guru, il quale non si è posto come semplice consulente esterno ma ha abbracciato quella che è l'idea, la filosofia. "Abbiamo contattato Matteo dopo aver letto il suo libro - spiega Christian - gli abbiamo spiegato il progetto ed è entrato nel nostro team. Anche lui, con la sua storia, ha affrontato il cambiamento".
"Oggi il lavoro per me è alzarsi la mattina felice e contento. Felice di affrontare ogni giorno un progetto diverso, di avere a che fare sempre con qualcosa di nuovo. Contento di portare a compimento ogni progetto. La mia felicità si rinnova sempre, la contentezza mi appaga, ed è qui che ho scoperto la differenza tra queste due parole. Per essere felice c'è bisogno di un continuo fermento, di un continuo cambiamento".