Cultura

lunedì 08 agosto 2022

A Cantiano la musica è tradizione

A Cantiano la musica è tradizione

Itinerario Musicale è una rubrica in collaborazione con la Confcommercio Marche Nord volta a raccontare il territorio della provincia di Pesaro e Urbino tramite le sue eccellenze musicali

Cantiano è un piccolo paese della provincia di Pesaro e Urbino al confine con l'Umbria, noto per i suoi magnifici paesaggi e per la tipica tipologia di cavalli che popola le sue pianure montuose. Una realtà, quella cantianese, che ha il sapore della tradizione. Ed è qui che troviamo, anche nella musica, due realtà tradizionali che il tempo non ha scalfito ma che anzi, ha innalzato a istituzione.

Partiamo dalla Banda Comunale di Cantiano, che affonda le sue radici da prima dell'unità d'Italia, ma la cui costituzione avvenne in coincidenza con gli eventi del 1861. Allora, attraverso bando pubblico, venne nominato il direttore della banda che entrò a tutti gli effetti sotto le dipendenze comunali: infatti il maestro di musica risulta essere nella pianta organica dei dipendenti comunali fin dal 1861.

La Banda ha anche il ruolo di fornire orientamento musicale ai giovani cantianesi, i quali hanno non solo la possibilità di approcciarsi a uno strumento musicale ma anche di far parte della banda stessa, avendo così la possibilità di rinnovare l'organico di generazione in generazione. Un rinnovamento che ha visto anche un ampliamento: infatti, da realtà prevalentemente maschile, la Banda a partire dagli anni '80 ha visto sempre più crescere il numero di componenti femminili.

La Banda Comunale di Cantiano ovviamente è impegnata in tutte le manifestazioni istituzionali ma ha una produzione musicale che la impegna durante tutto l'anno, accompagnando così eventi e e feste religiose con un repertorio molto vasto.

Nel dopoguerra significativo fu il contributo del maestro Ugo Tucci, romano, che compose i due inni che ancora oggi aprono e chiudono i concerti della banda: “Un saluto a Cantiano” e la “Fontanella”, dedicato alla iconica fontanella situata in Piazza Luceoli, angolo Chiesa di S.Niccolò, simbolo identitario per la comunità cantianese.

Il Coro Polifonico San Domenico Loricato invece ha origini più recenti e legate all'aspetto religioso cantianese e alla sua tradizione più antica: la Turba del Venerdì Santo, sacra rappresentazione della passione e morte di Gesù che, in forme diverse, si svolge nel paese ogni venerdì santo ininterrottamente dal XIII secolo (uniche “pause” dal '40 al '45 causa guerra e dal 2020 al 2022 causa Covid).

Sin dalle prime edizioni il Liber Societatis (libro delle spese che il comitato organizzatore, la Società del Buon Gesù) conserva tracce della presenza di cantori che eseguono durante la rappresentazione le Laudi, canti polifonici di origine umbra eseguiti da cantori flagellanti, che cioè cantano flagellandosi con appunto il flagellum. Ancora oggi durante la Turba il coro esegue la lauda “Plangiamo”.

Negli anni il Coro ha eseguito anche concerti con musiche più contemporanee e moderne, diventando così una presenza legata non solo alla musica religiosa ma anche a quella classica: tradizione è ormai la festa di Ognissanti dove il Coro esegue il Requiem di Mozart nella Chiesa Collegiata.

Tra i nomi più illustri del panorama musicale cantianese e legato alla tradizione del canto vi è Giuseppe Capponi. Capponi fece parte di quella che il Celletti definisce la terza generazione dei tenori dell'epoca verdiana: aveva una voce potente, bene impostata, che eccelleva nelle note acute e gli consentì peraltro di affrontare il repertorio tipico del tenore "di forza". Possedeva inoltre musicalità, eleganza del fraseggio, connessa ad una dizione molto chiara. A lui è dedicato il teatro comunale di Cantiano.

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