Cultura
sabato 07 dicembre 2024
Ai Musei Civici di Pesaro la mostra "Il senso dell'oltre" con le opere di Bertini, Bruni, Piattella e Vangi

di Ufficio Stampa Pesaro 2024
Dal 6 dicembre ai Musei Civici di Palazzo Mosca, la mostra ‘Il senso dell’oltre’ con le opere di Renato Bertini, Bruno Bruni, Oscar Piattella, Giuliano Vangi per Pesaro 2024. A cura di Cecilia Casadei e Bruno Ceci, l’esposizione è promossa dal Comune di Pesaro e Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive; con il patrocinio di: Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Archivio Oscar Piattella ETS; in collaborazione con Pesaro Musei; organizzazione di Civita Mostre e Musei.
‘Il senso dell’oltre’ rappresenta il primo episodio di ‘Ereditare il futuro: dai grandi maestri all’arte digitale’ il ciclo di tre mostre del ricchissimo palinsesto di Pesaro 2024 che vuole indagare lo stretto rapporto che da sempre lega la ricerca artistica a quella tecnologica del suo tempo. Dai primi strumenti del Paleolitico fino al digitale, l'arte ha saputo adattarsi sfruttando le nuove possibilità offerte dalla tecnologia che ne ha influenzato i modi di produzione, i materiali, le forme. La continua evoluzione tecnologica apre nuovi orizzonti alla creazione e fruizione delle opere, con implicazioni che sfidano le nozioni tradizionali di autore, autenticità e valore nell'arte. Se il rapporto arte/nuove tecnologie si sviluppa lungo tutta la storia dell'umanità, è nell'arte contemporanea che le nuove tecnologie hanno avuto un impatto radicale, con l'avvento dei computer, della grafica digitale e della realtà virtuale. L'arte si è spinta in territori completamente nuovi con l’utilizzo dell'intelligenza artificiale, la realtà aumentata, le installazioni interattive che esplorano nuove modalità per esprimere idee, emozioni e concetti. Molti artisti oggi lavorano con software avanzati creando opere generative determinate da algoritmi e da forme instabili. Gli NFT (Non-Fungible Token) ha rivoluzionato il mercato permettendo l’acquisto attraverso le blockchain, mentre l'IA ha portato alla creazione di opere generate automaticamente attraverso l’uso di reti neurali per realizzare pitture e sculture.
Le tre mostre di ‘Ereditare il futuro: dai grandi maestri all’arte digitale’ nascono per seguire le tappe fondamentali di questo percorso. Si parte con ‘Il senso dell’oltre’ ai Musei Civici dove le opere di Renato Bertini, Bruno Bruni, Oscar Piattella, Giuliano Vangi sono allestite creando un suggestivo dialogo con gli antichi maestri. I quattro protagonisti anticipano la questione del rapporto arte e nuove tecnologie, con lavori che imbrigliano la luce, arrestano il gesto, si destreggiano con la materia, afferrano il colore. Lo spazio delle loro opere non è più confinato, ma si estende e moltiplica esortando il fruitore a diventare “interattivo” e ne mutano il ruolo: da mero spettatore ad attivatore di gesti, sguardi e riflessioni inquiete.
Alla conferenza erano presenti: per il Comune di Pesaro, il sindaco Andrea Biancani e Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Cultura; gli artisti Renato Bertini e Bruno Bruni, Marco Vangi figlio del Maestro, Annarita Pecorelli socia dell’Archivio Oscar Piattella ETS, i curatori della mostra Cecilia Casadei e Bruno Ceci.
Una mostra unica, dovuta e voluta - ha commentato Andrea Biancani -. Era doveroso finire l’anno di Pesaro 2024 con questa “chiusura col botto”, valorizzando quattro straordinari artisti e amici legati a Pesaro. Se siamo Capitale italiana della cultura è anche grazie alle loro opere, riconosciute a livello nazione e internazionale. È un onore poter arricchire la programmazione e l’offerta culturale e turistica della città con questa grande mostra, che ha sede in uno dei luoghi artistici più importanti della città, i Musei Civici. Un’idea straordinaria, che vogliamo valorizzare al massimo a livello internazionale. Un valore in più per i cittadini e per chi verrà a visitare la nostra città. Il ringraziamento va ai curatori, agli artisti e alle loro famiglie e a tutti coloro che hanno accolto questa idea e l'hanno realizzata.
Siamo molto felici di presentare questa mostra che raccoglie quattro grandi artisti tra cui c’era e c’è un comune sentire artistico e che soprattutto sono testimoni attivi di quella che è stata una generazione irripetibile per il nostro territorio e che poi ha avuto una risonanza a livello mondiale: così Daniele Vimini. A partire da questo comune sentire, dunque, anche grazie ad un confronto con Bertini e Bruni si è deciso di dare forma ad un momento ai Musei Civici che rendesse una fotografia attuale ma anche proiettata al futuro di quella che è una vera e propria eredità come bene esprime il titolo della rassegna che racchiude questo evento.
Per Cecilia Casadei questa è una mostra che rappresenta l’incontro con uomini straordinari, la sintesi di una storia lunga 70 anni per raccontare il cammino artistico di quattro personaggi legati da una forte stima e amicizia. Una selezione di dieci opere pittoriche in ciascuna delle sale dedicate a Bertini, Bruni e Piattella e una scultura che restituisce l’universo di Giuliano Vangi nella potenza di una opera che sfida l’eternità. Testimonianza identitaria dell’abitare l’arte in modo sublime, del vivere l’esperienza dell’arte nella dedizione totale all’unico credo che ha sostanziato la loro vita. Nelle scelte che hanno dato concretezza al pensiero c’è il senso della loro ricerca artistica nella dimensione della libertà personale e creativa che si riflette nel presente per consegnarsi al domani.
Ha continuato Bruno Ceci: è difficile trovare le parole giuste per esprimere che emozionante rivelazione è stata per noi scoprire quelle immagini ad attenderci in questi spazi deputati, ove si è fatta strada un’idea alternativa di museo, che non pensa tale istituzione come il tramite per un ritorno ad un passato di fatto irrecuperabile, ma come spazi di rigorose scelte che non si limitano a collocare in bella mostra le opere d’arte, con il rischio di confinarle in una lontananza indefinita, ma vuole ridestarne la vita segreta. Questo evento ha voluto aggiungere un ulteriore tassello a questa già lucida visione, avvicinando opere del passato a pitture e sculture del presente, dando vita ad un dialogo vivo e pulsante, ad un meditato rapporto di comunicazione in grado di trasformare lo spazio museale in un autentico viaggio di scoperta.
Credo che l’idea di partenza per costruire questa mostra sia il tentativo di costituire una prima coscienza critica su un processo storico di quegli anni in una città in divenire: ha affermato Renato Bertini. Ognuno di noi ricercava un proprio spazio in quel senso dell’oltre che ci spingeva a conoscere, ad allargare gli orizzonti, fare nuove esperienze e nuove ricerche nella consapevolezza che l’arte è un gioco inebriante della vita che contamina la visione dell’esistenza.
Così Bruno Bruni: l’andare oltre è la metafora della mia vita, l’arte il mestiere di una vita. E’ passato molto tempo da quando ho lasciato Pesaro, la città cui sono rimasto profondamente legato e dove oggi ritorno con la mia pittura senza dimenticare che è la natura ad essere più grande dell’arte.
Questa le parole di Marco Vangi: due, tre, quattro amici si incontrano, non parlano di cose comuni, parlano d’arte. Parlano dei sentimenti più profondi, parlano della passione per la vita, passione per ogni giorno comune e per ogni giorno speciale, espressa nei loro disegni, nei loro quadri, nelle loro sculture. E’ questo che mi ha sempre stupito, come figlio, ascoltando i discorsi di mio padre Giuliano e dei suoi amici, nel nostro caso Renato Bertini, Bruno Bruni ed in particolare Oscar Piattella al quale anche io riservavo particolare affetto anche perché era spesso con noi, presente a casa nostra come in tante occasioni, esposizioni o eventi vari. Non ci sono gelosie, non ci sono invidie, meschinità del mondo comune, c’è solo passione e riconoscimento della bellezza, in tutte le sue forme, in tutte le forme d’arte. Ovviamente io esprimo solo qualche mia sensazione personale, non posso sapere quale fossero le forze che nutrivano e spingevano alla creazione mio padre e Oscar Piattella…purtroppo non ci sono più…ma sicuramente il nucleo dell’amicizia tra i quattro amici artisti è rimasto vivo nei cuori di Bruni e Bertini, che sapranno esprimere quale fosse il forte legame che li univa, sapranno esprimere quale fosse il sentire che li accomunava.
Oscar Piattella era solito affermare quanto la pittura sia maestra e fonte del sentimento emotivo, sono quindi certa che esulterà per questo evento, un sogno divenuto realtà: queste le parole di Annarita Pecorelli. Esporre accanto agli amici di una vita nella sua amatissima città natale; una Pesaro che crea e coglie l’occasione per stringere a sé ed omaggiare questi quattro artisti con la coralità e la vastità di un caldo abbraccio.
Una nota di Giorgio Calcagnini rettore dell’Università di Urbino (non presente alla conferenza): Renato Bertini, Bruno Bruni, Oscar Piattella e Giuliano Vangi, sono accomunati da quella grande domanda sul senso dell’oltre. L’odissea infinita della feconda stagione pesarese, a cavallo degli anni Cinquanta, aveva consentito - a ognuno di loro - autonome scelte artistiche, guidate da quell’insopprimibile tensione, mai sedata, di un rigore formale, eredità dell’atmosfera pierfrancescana della terra di Marca. Un percorso che è stato un susseguirsi di rotte, tappe, passaggi verso l’oltre e l’altrove, verso una erranza infinita e uno spaesamento sino a un empireo, che “solo amore e luce ha per confine”: una liminalità, posta come frontiera dinamica tra due mondi e come una soglia da cui ognuno potesse alfine costruire un orizzonte di futuro”.
La città torna ad accogliere, dunque, Renato Bertini (1939), Bruno Bruni (1935), Oscar Piattella (1932 - 2023), Giuliano Vangi (1931 - 2024), quattro artisti in rapporto ‘speciale’ con Pesaro - terra natìa per i primi tre, patria scelta per l’ultimo - di cui si propone al pubblico una sintesi di tutto l’arco produttivo nell’arco temporale di un settantennio. A partire dagli anni ‘50 del dopoguerra quando l’Italia e Pesaro vivono il periodo della ricostruzione: un clima che vede gli amici Bertini, Bruni, Piattella e Vangi, uniti negli studi e l’amore per l’arte con la volontà di attraversare i confini e smarcarsi da un clima culturale ristretto. Animati dal desiderio di vivere nuove esperienze, lasciano Pesaro - ad eccezione di Bruno Bruni vi faranno tutti ritorno - per conoscere il mondo. Ciascuno poi ha interpretato e concretizzato un’autonoma e personale visione dell’arte, ma tutti hanno guardato all’oltre - da qui il titolo dell’evento -, al di là dei confini della mente e non solo geografici.
In principio la figurazione, i ritratti, poi la pittura tra astrazione ed evocazione, il tema della Natura come filo conduttore della poetica, Renato Bertini troverà in Svizzera il luogo del riconoscimento del suo valore. Bruno Bruni parte per la Germania dove trova successi e consensi: la sua vocazione di pittore si concentra sulla figura dell’uomo per restituire uno sguardo contemporaneo del sentire umano. Oscar Piattella si reca a Parigi dove subisce il fascino dei muri segnati dalla distruzione della guerra, muri come totem di memoria che diverranno il tema di una serie di opere tra astrazione ed evocazione, il carattere che contraddistingue tutta la sua intera ricerca pittorica sino all'ultima fase creativa. Giunto a Pesaro nel 1950, dopo aver insegnato all’Istituto d’arte Mengaroni, Giuliano Vangi attraverserà l’oceano per abbeverarsi della cultura brasiliana e diventare lo scultore che ha mirabilmente raccontato l’uomo in tutte le sue sfaccettature.
L’esposizione vuole porre l’accento sull’ansia creativa di quattro artisti che per tutta la vita sono stati legati dal sentimento dell’amicizia ma anche evidenziare un momento storico per una lettura trasversale di un percorso che indaga linguaggi e poetica di autori che hanno segnato il Novecento. Pur partendo da lavori di metà del secolo scorso per arrivare ai giorni nostri, il percorso non vuole essere di carattere antologico quanto testimoniare un processo che esce da connotazioni locali per abbracciare il senso dell’arte e restituire una visione del mondo originale e universale.
L’itinerario espositivo si articola lungo le sale permanenti di Palazzo Mosca per far dialogare le opere di ciascun artista con i tesori civici.
IL SENSO DELL’OLTRE
Renato Bertini, Bruno Bruni, Oscar Piattella, Giuliano Vangi
a cura di Cecilia Casadei e Bruno Ceci
Palazzo Mosca – Musei Civici (piazza Mosca 29, 61121 Pesaro)
6 dicembre 2024 - 16 febbraio 2025
Inaugurazione venerdì 6 dicembre ore 18.30
orario martedì-domenica e festivi 10 - 13 / 15.30 - 18.30
dal 21 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025 tutti i giorni 10 - 13 / 15.30 - 18.30
ingresso con card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni, studenti del Conservatorio Rossini e possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro.
info 0721 387541 www.pesaromusei.it