Cultura
lunedì 02 settembre 2019
Il giorno che Pesaro venne liberata dall'occupazione nazi-fascista

Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione generale nei territori ancora occupati dai nazifascisti. È questa la data che l’Italia ha scelto come simbolo della Liberazione, anche se il processo che portò alla fine della guerra fu lungo e differente da città a città.
Pesaro, ad esempio, fu liberata molto prima: tra il 29 agosto e il 1° settembre 1944. La città, trasformata dai tedeschi in un caposaldo fortificato della Linea Gotica, fu teatro di combattimenti intensi. I paracadutisti tedeschi avevano disseminato il territorio di postazioni difensive e campi minati, decisi a resistere fino all’ultimo. A liberare Pesaro furono il II Corpo d’armata polacco e la Brigata partigiana Maiella.
La liberazione fu il risultato di una Resistenza iniziata già nel settembre 1943, subito dopo l’arrivo delle truppe tedesche. In pochi mesi si costituirono il Comitato di liberazione provinciale, la Guardia nazionale partigiana, la Brigata Garibaldi e i GAP. Nacquero scuole politiche per commissari, si pianificarono azioni armate e si unificarono le bande partigiane locali.
Pesaro visse mesi durissimi: i bombardamenti colpirono duramente la popolazione civile, costretta anche a sfollare su ordine delle autorità tedesche. Si registrarono esecuzioni sommarie e rappresaglie. Ma proprio in quella violenza si radicò una delle esperienze resistenziali più significative della regione.
Il 25 aprile resta la data unificante della Liberazione nazionale, ma ogni città conserva la propria memoria. Quella di Pesaro, fatta di coraggio e sacrificio, continua a testimoniare la complessità e il valore di quel processo storico.