Cronaca
giovedì 08 maggio 2025
Violenza sessuale negli ospedali: primario arrestato, abusi seriali su colleghe e infermiere

Un’inchiesta che fa tremare il sistema sanitario e apre uno squarcio inquietante sul clima che si respirava nell’ospedale “Guglielmo Da Saliceto” di Piacenza.
Un primario, direttore di una Struttura complessa, è stato arrestato e posto ai domiciliari con accuse pesantissime: violenza sessuale aggravata e atti persecutori ai danni di colleghe e infermiere.
Secondo la ricostruzione della Questura e della Squadra Mobile, l’uomo chiudeva a chiave la porta del suo studio, isolava le vittime e le costringeva a subire abusi, approfittando della sua posizione di potere.
«Di fatto, il Primario compiva atti sessuali con quasi tutte le donne che varcavano da sole la porta del suo ufficio», scrivono gli investigatori.
Le indagini, partite grazie alla denuncia coraggiosa di una dottoressa, sono state supportate da intercettazioni ambientali e telefoniche, e da 45 giorni di monitoraggio video all’interno della struttura ospedaliera.
Le telecamere hanno documentato 32 episodi di abusi, quasi uno al giorno, avvenuti durante il normale orario di servizio.
Le immagini e i racconti raccolti tratteggiano una routine disturbante: le dipendenti venivano trattate come oggetti, molestate anche durante conversazioni di lavoro, nel silenzio di un reparto avvolto da un clima di omertà.
«Il medico si sentiva padrone anche del corpo delle colleghe», sottolineano gli investigatori.
Alcune vittime, inizialmente reticenti, hanno poi confermato gli abusi, anche se secondo la polizia molte altre donne non hanno ancora trovato la forza di parlare.
Emblematico il caso di una seconda dottoressa che, dopo aver denunciato, ha ritirato tutto per paura di conseguenze sul lavoro e in famiglia.
In almeno due casi, il primario è accusato anche di stalking, per la continuità e la pressione con cui esercitava violenza.
Intanto, un’altra vicenda scuote la sanità lombarda.
A Milano, un radiologo 71enne in pensione è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo.
Insieme a lui, un complice di 42 anni, che filmava le vittime.
I due, secondo i carabinieri e la Procura, dal 2016 adescavano ragazze con falsi annunci di lavoro, spacciandosi per operatori di una clinica fantasma.
Le giovani, convinte di partecipare a video promozionali, venivano invece sottoposte a finte visite ginecologiche a sfondo sessuale, senza sapere di essere riprese.
Il giudice ha parlato di un modus operandi “seriale”, con 135 tentativi di adescamento documentati.
L’Ausl di Piacenza ha espresso «piena solidarietà alle vittime» e ribadito la fiducia nella Magistratura: «Il rispetto e la tutela della persona sono principi fondamentali della nostra missione».