Cronaca
venerdì 08 dicembre 2023
Urla "Viva l'Italia antifascista" alla Prima della Scala di Milano, interviene la Digos per identificare l'autore

di Repubblica
Prima un urlo dal pubblico, “Viva l’Italia”. Poi una risposta, sempre dal pubblico, come a voler dare un seguito: “viva l’Italia antifascista”. E questo secondo urlo, risuonato dal loggione a pochi secondi dall’inizio del “Don Carlo” per la Prima della Scala e subito dopo l’inno di Mameli, ha generato una reazione sbalorditiva: ha smosso la Digos, intervenuta per identificare la persona che ha risposto.
Gli agenti hanno identificato Marco Vizzardelli, appassionato di lirica, loggionista e giornalista esperto di equitazione.
"L'ho buttata sul ridere, ho detto agli agenti che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto il contrario, “viva l'Italia fascista”, ma così no", ha detto lo stesso Vizzardelli.
L’identificazione del primo agente
Vizzardelli ha spiegato che "a metà del primo atto si è avvicinato un individuo e ho capito che si trattava di un agente in borghese. Mi sono un po’ spaventato e mi ha fatto un gesto di stare tranquillo. Alla fine dell'atto - ha aggiunto - mi ha mostrato il tesserino e mi ha detto che voleva identificarmi, ma gli ho risposto che non avevo fatto nulla di male e che non aveva nessun senso in un paese democratico".
Si presentano quattro agenti
Nel corso dell'intervallo "sono andato nel foyer e lì mi hanno fermato in quattro: mi hanno detto che erano della Digos e che dovevano identificarmi. Ho ribadito che non aveva senso e poi l'ho buttata sul ridere, spiegando che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto 'viva l'Italia fascista’. Si sono messi a ridere anche loro, ma mi hanno detto che dovevano fare così. E quindi mi hanno fotografato la carta d'identità".
Le reazioni
Nei minuti successivi all’urlo, in molti si sono affrettati a lasciare commenti alle agenzie di stampa: per l’ex sovrintendente Alexander Pereira “l'antifascismo non ha niente a che fare con la prima della Scala"; per il ministro Matteo Salvini “alla Scala non si urla”; e per l’imprenditore Arturo Artom quello di Vizzardelli era addirittura "un grido antistorico”. E il presidente del Senato Ignazio La Russa ha sostenuto di non averlo sentito. Gli agenti della digos, invece, ci sentivano benissimo.