Cronaca
venerdì 24 febbraio 2023
Un anno fa l'invasione russa in Ucraina: 12 mesi di morte e distruzione di una guerra ancora in corso

di ANSA
I sogni, a volte, possono morire anche prima dell'alba.
La notte fra il 23 e il 24 febbraio di un anno fa, quando il mondo ha saputo che sì, la Russia di Vladimir Putin aveva davvero scatenato un'invasione vecchia maniera su larga scala in Ucraina, è morto ciò che restava del sogno - o del miraggio - dei cantori della fine della storia.
Da allora sono trascorsi 12 mesi di morte, distruzioni, atrocità ed escalation; e di quella guerra - ribattezzata in principio "operazione militare speciale" nella neolingua orwelliana del Cremlino - non si vede la fine. Se non nella prospettiva (o nelle velleità) di una qualche resa incondizionata del fronte nemico che nessuno, a rigor di logica fattuale e auspici a parte, riesce a spiegare come sia possibile pensare di ottenere evitando di dover giocare prima o poi a dadi con lo spettro di un'apocalisse nucleare.
La storia, in ogni caso, sembra aver girato pagina di nuovo. E solo il tempo potrà dire se verso qualcosa di meno peggio dei sinistri scenari odierni dopo una lunga parentesi di violenza, o verso un terrificante buco nero. Nell'attesa, a pagare il prezzo più alto continuano a essere gli ucraini: protagonisti nei loro confini d'una resistenza coraggiosa in questi mesi, superiore alle aspettative di Mosca e non solo; ma al contempo pedine d'una partita a scacchi (se non ancora d'uno scontro diretto) che li sovrasta in dimensione globale.