Cronaca
mercoledì 21 maggio 2025
Colpi di avvertimento dell'esercito israeliano durante una visita: coinvolto anche il viceconsole italiano

Tensione altissima a Jenin, in Cisgiordania, dove un’unità dell’esercito israeliano (Idf) ha esploso colpi di avvertimento in aria durante il passaggio di una delegazione diplomatica internazionale nei pressi del campo profughi.
Nessun ferito, ma l’episodio ha scatenato il panico tra i presenti e acceso una crisi diplomatica, portando anche l’Italia - insieme ad altri Paesi - a chiedere spiegazioni ufficiali a Tel Aviv.
Tra i 25 diplomatici coinvolti nella missione - che comprendeva rappresentanti di Francia, Cina, India, Giappone, Egitto, Canada, Regno Unito, Russia e altri - era presente anche Alessandro Tutino, viceconsole italiano a Gerusalemme, che secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, “sta bene ed è rientrato in consolato”.
Tajani ha immediatamente convocato l’ambasciatore israeliano in Italia per ottenere chiarimenti: “Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili”, ha dichiarato, in linea con la premier Giorgia Meloni, che ha seguito l’episodio e concordato la linea con la Farnesina.
Anche la Francia ha reagito con fermezza, convocando a sua volta l’ambasciatore israeliano dopo quello che ha definito un “comportamento inaccettabile” dell’Idf.
Secondo l’esercito israeliano, la delegazione si sarebbe “allontanata dal percorso previsto, entrando in una zona vietata”, motivo per cui i militari avrebbero esploso “colpi di avvertimento”.
Israele ha annunciato contatti con i rappresentanti dei Paesi coinvolti e colloqui diretti per fornire i risultati dell’indagine avviata sull’accaduto.
Ma la versione israeliana è respinta con forza dal ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, che accusa Israele di una “grave violazione del diritto internazionale” e pubblica video che mostrano la fuga dei diplomatici tra spari in aria.
L’obiettivo della missione, secondo Ramallah, era valutare la situazione umanitaria e documentare le violazioni contro la popolazione palestinese.
L’episodio si inserisce in un contesto già drammatico, con l’escalation nella Striscia di Gaza e il crescente isolamento di Israele sul piano diplomatico, mentre cresce la richiesta internazionale di protezione per i civili e il personale straniero presente nei territori occupati.