Cronaca
mercoledì 11 giugno 2025
Strage in una scuola: 10 morti e una bomba artigianale trovata in casa del killer

Una nuova, terribile strage scolastica sconvolge l’Europa.
Stavolta è accaduto a Graz, seconda città dell’Austria, dove martedì mattina un giovane di 21 anni ha aperto il fuoco nella scuola che aveva frequentato in passato, uccidendo nove studenti e un’insegnante, prima di togliersi la vita nel bagno dell’istituto.
Mercoledì la polizia ha reso noto il ritrovamento di una bomba a tubo non funzionante nell’abitazione dell’attentatore, sequestrata durante una perquisizione.
Il gesto, premeditato e isolato, ha riaperto antiche ferite e acceso l’allarme sicurezza in tutta l’Austria.
Secondo le prime ricostruzioni, il killer – ex studente bullizzato che non aveva mai concluso il ciclo scolastico – avrebbe agito spinto da un rancore coltivato negli anni.
È entrato nell’edificio armato di pistola e fucile da caccia, legalmente detenuti, e ha sparato circa 40 colpi colpendo studenti tra i 14 e i 18 anni, personale docente e una donna che si trovava all’esterno dell’edificio.
I feriti inizialmente stimati in 28, sono poi stati ridimensionati a 12, di cui due in gravi condizioni.
Il corpo del giovane, cittadino austriaco e residente a Graz, è stato rinvenuto in un bagno: secondo le autorità si è suicidato con una delle armi utilizzate nella strage.
L’attacco è avvenuto poco dopo l’inizio delle lezioni. Le forze speciali della polizia, coadiuvate da un elicottero e dai soccorritori, sono intervenute in massa ma ormai era troppo tardi.
Il movente resta ufficialmente sconosciuto, anche se le prime indagini suggeriscono una miscela di disagio psicologico, isolamento e vendetta legata al passato scolastico.
Il caso ha inevitabilmente riaperto il dibattito su violenza giovanile e sicurezza nelle scuole, evocando tragedie come quelle di Columbine e Sandy Hook.
Il cancelliere Christian Stocker ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, con bandiere a mezz’asta e minuto di silenzio alle 10 di mercoledì in tutti gli uffici pubblici.
Numerosi i messaggi di cordoglio da tutto il mondo: dalla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, alla premier italiana Giorgia Meloni, fino al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha espresso la “vicinanza dell’Ucraina all’amica Austria”.
Anche il mondo dello sport ha voluto rendere omaggio alle vittime: durante la partita tra Austria e San Marino a Rimini, valida per le qualificazioni ai Mondiali, è stato osservato un minuto di silenzio, con i giocatori austriaci in campo con la fascia nera al braccio.
Un Paese ancora una volta sotto shock, a dieci anni esatti dalla tragedia del 2015, quando sempre a Graz un uomo si lanciò con il Suv sulla folla, causando tre morti e 34 feriti.
Anche allora, come oggi, a uccidere fu una mente disturbata, a dimostrazione di quanto la salute mentale e la prevenzione siano diventati temi cruciali per la sicurezza collettiva.