Cronaca

martedì 02 agosto 2022

Strage di Bologna, oggi 85 cittadini porteranno a destinazione il viaggio di chi morì il 2 agosto 1980

Strage di Bologna, oggi 85 cittadini porteranno a destinazione il viaggio di chi morì il 2 agosto 1980

di Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna

Le vittime della 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗴𝗲 𝗱𝗶 𝗕𝗼𝗹𝗼𝗴𝗻𝗮 sono 85. Ottantacinque persone che in quel 2 agosto 1980 non hanno potuto raggiungere il luogo della loro vacanza, tornare dai figli, andare a trovare i loro genitori o raggiungere gli amici. La bomba messa nella sala d'aspetto della stazione centrale scoppiò alle 10.25. Da quel momento il loro viaggio è rimasto per sempre sospeso.

Oggi vogliamo che quei viaggi arrivino a destinazione. Con '𝗔 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼', 85 cittadini volontari, guidati in questi mesi di preparazione e di laboratori dalla Compagnia Teatro dell'Argine, porteranno a destinazione il viaggio di chi morì a causa dello scoppio della bomba nella sala d’attesa della stazione centrale di Bologna. Viaggeranno con una valigia bianca. All’interno testi preparati durante i laboratori, lettere o biografie delle vittime, ma anche oggetti scelti da ciascun volontario. E quando arriveranno a destinazione, consegneranno la valigia a un passante, perché la memoria possa continuare a viaggiare.

È un progetto dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna, supportato dall'Assemblea legislativa, in collaborazione con il dipartimento di Scienze dell’educazione “G.M.Bertin”, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Compagnia Teatro dell'Argine e BAM! Strategie Culturali.

di Repubblica

Nel cortile di palazzo d'Accursio ha il via la commemorazione del 42esimo anniversario della strage alla stazione, quando una bomba alla stazione di Bologna si portò via 85 vite e ferì 200 persone. Il ministro Patrizio Bianchi incontra i familiari delle vittime. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini: "Bologna e l'Emilia Romagna pretendono verità". Il capo dello Stato Sergio Mattarella, nel suo messaggio alla città, definisce la strage "un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana. Un attacco terroristico che pretendeva di destabilizzare le istituzioni democratiche e seminare paura, colpendo comuni cittadini impegnati nella vita di tutti i giorni".

Tra i familiari delle vittime, con la gerbera bianca al petto, la commozione che si rinnova ogni anno. Racconta Ivan Bonora: "Il 2 agosto 1980 mi trovavo alla colonia estiva, aspettavo mio papà ma purtroppo non arrivò mai, avevo 7 anni. Ogni anno si riapre la ferita, ma sento il bisogno di ricordarlo. La giustizia è lenta ma il suo cammino è inesorabile, siamo in dirittura d'arrivo, i nodi verranno al pettine e presto avremo piena verità".

"Da settembre Palazzo D'Accursio sarà la sede dell'associazione vittime del 2 agosto - ricorda il sindaco Matteo Lepore, al suo primo anniversario della strage con la fascia tricolore - sarà uno spazio per incontrare l'associazione e le scuole. Tenere vicino al cuore l'associazione e i familiari delle vittime per proteggere chi in questi decenni si è battuto per la verità e la giustizia, troppo recenti i fatti di depistaggio, che hanno visto ancora soffrire chi ha cercato la verità per 42 anni".

E ancora il sindaco, dal parco davanti alla stazione: "Ogni grande cambiamento inizia con la scelta di fare la propria parte, è sempre il momento giusto per fare qualcosa di giusto. Saluto i cittadini bolognesi che anche quest'anno sono così presenti e numerosi. Bologna è stata ferita a morte, colpita più volte. Qualcuno mi ha detto: 'Non dobbiamo spaventare le persone, questi agomenti non interessano': ma io dico no, non voglio girarmi dall'altra parte quando il fascismo si ripresenta nelle sue forme, siano essere terrorismo o razzismo, odio, intolleranza".

"Noi abbiamo i nostri morti, ce lo ricorda il sacrario in piazza Nettuno e accanto a loro ci sono i morti della stazione. Ogni anno facciamo di questo dolore un momento di raccoglimento e militanza, scendiamo in piazza da 42 anni e lo faremo finché la storia del nostro Paese, tradita e vilipesa, non sarà riscattata". Lepore ricorda di essere il primo sindaco nato dopo la strage (è nato il 10 ottobre 1980); "Voglio ringraziare i familiari delle vittime, senza le battaglie in solitudine, le staffette, senza i magistrati e gli avvocati, senza la Regione, senza i componenti delle forze delle ordine, io, noi non saremmo qui. Care cittadine e cittadini, senza i familiari noi non saremmo quello che siamo. Ci batteremo perché la prospettiva non sia negata, abbiamo forze e convinzioni che non si esauriscono, sono passati 42 anni ma non è ancora finita e non ci fermeremo".

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