Cronaca
lunedì 14 dicembre 2020
Scomparso Fiorenzo Alfieri ex assessore di Torino, il ricordo di Bartolucci: "Amava Pesaro e il ROF"

di Luca Bartolucci, ex assessore del Comune di Pesaro
Sono stato raggiunto da una triste notizia: Fiorenzo Alfieri è scomparso dopo aver combattuto contro il Covid.
L'ho conosciuto al Cidac (Città d'Arte e Cultura), sodalizio che riuniva le più importanti città di cultura d'Italia di cui Fiorenzo era presidente in quanto stimatissimo Assessore alla cultura (di Torino).
La sua personalità ricca di entusiasmo, curiosità e conoscenza ha segnato il nostro tempo come educatore, insegnante e politico rigoroso, onesto e creativo. Torino gli deve tanto! Ho avuto l'onore di essergli amico e di condividere questa straordinaria esperienza con la mia famiglia e di poter includere tra noi, Teresa - sua moglie - trascorrendo in loro compagnia momenti felici delle nostre pause estive.
Fiorenzo amava Pesaro, il Rossini Opera Festival di cui era un appassionato frequentatore e stimava il tratto e il carattere della nostra gente. Era una festa per me e la mia famiglia accogliere "gli Alfieri" sempre prodighi di attenzioni per noi: ci riempivano di cataloghi di mostre (da non perdere assolutamente!) di specialità del Piemonte e di libri per le ragazze - come dicevano loro -, scelti con cura e, come direbbero le mie figlie: "spoilerati" per favorirne la lettura.
Mi rendeva orgoglioso raccogliere dalle sua parole la stima per il tessuto socio-culturale della nostra città e della nostra gente di cui era innamorato. Presentammo insieme un libro - dei tanti - che ha scritto: "La città che non c'era" sulla trasformazione difficile ma straordinaria di Torino durante i suoi 25 anni di assessorato. Era un pedagogista di fama, aveva collaborato e lavorato con Mario Lodi e Bruno Chiari e il "Movimento di Cooperazione Educativa" di cui mi raccontava con la moglie - anch'essa educatrice, insegnante e dirigente scolastica - i passaggi salienti dell'impegno profuso per la modernizzazione della scuola.
Era un vero piacere ascoltare le sue riflessioni, i suoi aneddoti che spaziavano in tanti campi e mi sorprendeva il suo amore con le quali affrontava ogni esperienza quotidiana come la cucina che legava immancabilmente alle scoperte di luoghi, territori e e culture. Sempre pieno di attenzioni per Teresa e per la sua famiglia, penso che l'aver dovuto vivere questa maledetta malattia in solitudine sia stato per lui il dolore più forte.
Proprio oggi pensavo a Fiorenzo, e mi ripromettevo di chiamarlo presto per sentirlo e anticiparlo per gli auguri di Natale che come ogni anno ci facevamo. Poi la notizia che ancora mi lascia incredulo e profondamente colpito. Sento tutto il peso per questo distacco così improvviso e ingiusto per l'effetto che che la nostra amicizia ha alimentato. Fiorenzo, ti sia lieve la terra, amico mio carissimo!