Cronaca

martedì 08 aprile 2025

Orrore in Colombia: italiano ucciso e fatto a pezzi

Orrore in Colombia: italiano ucciso e fatto a pezzi

Un omicidio brutale scuote la comunità scientifica internazionale: Alessandro Coatti, ricercatore italiano di 42 anni, originario di Portomaggiore (Ferrara), è stato ucciso e fatto a pezzi a Santa Marta, località turistica nel nord della Colombia dove si trovava in viaggio.

La conferma è arrivata dall’Ambasciata italiana a Bogotà, che sta prestando assistenza alla famiglia della vittima e collaborando con le autorità locali. 

La scoperta del corpo è avvenuta in due momenti: testa e braccia sono state trovate all’interno di una valigia, abbandonata nei pressi dello stadio cittadino. 

Altri resti del corpo sono stati rinvenuti in un’altra zona della città. 

L'identità di Coatti è stata accertata grazie al braccialetto di un albergo che indossava al polso.

Secondo le prime ricostruzioni, Coatti era uscito sabato sera per recarsi in un locale notturno e da allora non aveva più fatto ritorno. 

Si trovava in Sudamerica per turismo, e prima della Colombia aveva già visitato Perù, Bolivia ed Ecuador. 

In territorio colombiano aveva esplorato anche il noto Parco Naturale Tyrona.

La notizia ha suscitato sconcerto anche nel Regno Unito, dove Coatti aveva lavorato per otto anni presso la Royal Society of Biology, ricoprendo il ruolo di responsabile del team di politica scientifica e successivamente quello di responsabile senior

L’organizzazione lo ha ricordato come “uno scienziato appassionato e dedito, che aveva guidato importanti progetti sulla scienza animale, contribuendo con pubblicazioni e presentazioni anche in Parlamento”.

La risposta delle autorità colombiane non si è fatta attendere: il sindaco di Santa Marta, Carlos Pinedo Cuello, ha annunciato via social una taglia di 10mila euro (50 milioni di pesos) per chi fornirà informazioni utili all’individuazione dei responsabili. 

Questo delitto non resterà impunito – ha dichiarato – I criminali devono sapere che a Santa Marta la criminalità non ha posto. Li perseguiamo finché non saranno assicurati alla giustizia”.

Le indagini sono in corso e non si esclude alcuna pista.

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