Cronaca
giovedì 10 dicembre 2020
Nuovi contagi nelle RSA, i sindacati CGIL CISL UIL: "Cosa sta succedendo a Santa Colomba?"

di Ufficio Stampa CGIL / Marina Druda
“I nostri nonni, i nostri genitori, continuano ad ammalarsi nella Rsa, lontani dall’abbraccio e dall’affetto dei propri cari. Una tragedia immane e che non può lasciarci inermi - scrivono SPI – CGIL, FNP – CISL e UILP Pesaro e Urbino, in un comunicato.
“A distanza di soli pochi mesi dallo tsunami che ha travolto Santa Colomba durante la prima fase della pandemia, per i numerosi contagi che si erano verificati all’interno, oggi nuovamente sono balzati agli onori della cronaca i contagi e i ricoveri per Covid a casa Roverella”.
“Questa volta non doveva succedere - scrivono all’unanimità le organizzazioni sindacali - errare è umano perseverare è diabolico”.
“E’ passato poco più di un mese – scrivono Loredana Longhin (Spi Cgil) Vittorio Calisini (Fnp Cisl) e Paolo Sacchi (Uilp) - da quando abbiamo chiesto insieme all’Asur, all’Area Vasta e agli Ambiti di approfondire la situazione dell’assistenza agli anziani non autosufficienti ospiti delle strutture residenziali extra-ospedaliere sanitarie e socio sanitarie. In particolare, oltre che conoscere i dati generali riguardo il contagio, è per noi necessario verificare lo stato di attuazione delle procedure e dei percorsi finalizzati alla prevenzione e alla gestione dei contagi da Covid-19 all’interno delle strutture.
A oggi tuttavia, a fronte di nessuna risposta, apprendiamo con dispiacere che all’interno di Casa Roverella i contagi sono ripresi, così come qualche settimana fa è successo a Cantiano. La recrudescenza del virus sta dimostrando ancora una volta che l’organizzazione dentro le Rsa ha delle falle che ancora non sono state colmate”.
“Chiediamo chiarezza - aggiungono - per evitare che gli errori del passato non si ripetano più. Pretendiamo risposte concrete e non ammettiamo più ritardi e indugi.
Non basta isolare i pazienti affetti dal Covid, è necessario rivedere le norme, fare un confronto di autorizzazione e convenzionamento delle strutture, ma non solo, serve più personale, più assistenti, più infermieri, più medici, e infine più formazione del personale e maggiore attenzione nella fase di verifica.
Ribadiamo con forza la necessità di mettere in trasparenza quanto sta avvenendo dentro alle Rsa della nostra provincia. Le vicende che hanno attraversato in questi mesi le Rsa devono essere l’occasione per riflettere su quali investimenti saranno necessari per qualificare e modernizzare questi fondamentali servizi.
Finora, non si è fatto abbastanza, e quanto sta succedendo lo dice chiaramente. Fare qualcosa di più è senz’altro possibile. In questa situazione di distanziamento forzato e di separazione; gli anziani fragili soffrono ancora di più e si ammalano di più. Dobbiamo sperimentare nuove pratiche, gli esempi di strutture che hanno trovato modalità originali per far incontrare e abbracciare gli anziani, ci sono ma altrove, e lo vogliamo sperimentare anche qui. Come organizzazioni sindacali abbiamo fatto presente le nostre proposte, ma ahinoi, all’oggi ancora sono rimaste lettera morta.
Il paese è rappresentato da oltre un terzo di persone anziane e il sistema di protezione sociale e di welfare deve adattarsi a quella condizione, per cui abbiamo bisogno di un diverso sistema sociosanitario universale. perché è chiaro che gli anziani stanno pagando un prezzo altissimo. E’ necessario guardare l'invecchiamento come un’opportunità sociale e noi dovremmo guardarlo ancora più attentamente per capire quanto sia importante riportare nel territorio il sistema sanitario come sistema integrato.
Ci piacerebbe discutere tutto ciò nei luoghi deputati e ribadiamo la richiesta di un confronto, non escludendo di chiedere un supporto al Prefetto”.