Cronaca
sabato 28 ottobre 2023
A Gaza la notte trascorsa è stata la peggiore dall'inizio della guerra e le comunicazioni sono al collasso

di AGI
Internet spento, comunicazioni al collasso, e poi bombe, fumo, pesanti attacchi via terra, aria e mare sulla città di Gaza e nel nord della Striscia. Ancora non ci sono i dati sulle vittime palestinesi ma la notte appena trascorsa viene descritta come la peggiore dall'inizio della guerra. Israele sembra prepararsi per l'offensiva di terra, a tre settimane dall'attacco a sorpresa di Hamas. Chi miracolosamente è riuscito a collegarsi con l'esterno parla di caos totale e ambulanze che si sono mosse alla cieca, dirigendosi semplicemente nelle aree delle esplosioni non potendo essere contattate.
I bombardamenti hanno preso di mira la parte settentrionale dell'enclave, in particolare le aree di Jabaliya, Beit Lahiya e Beit Hanoun. Il portavoce dell'esercito Daniel Hagari ha fatto sapere che sono stati colpiti 150 obiettivi sotterranei, "tunnel dei terroristi, piattaforme di guerra e ulteriori infrastrutture" e che "decine di terroristi" sono stati uccisi. Israele ha aggiunto di aver ucciso anche il capo della rete aerea di Hamas, Asem Abu Rakaba, l'uomo che aveva "partecipato alla pianificazione del massacro" del 7 ottobre e aveva diretto in particolare "i terroristi infiltrati in Israele in parapendio", "responsabile degli attacchi di droni contro le postazioni militare".
Le forze armate israeliane hanno anche mostrato una mappa in cui sono indicati i tunnel usati da Hamas, la cosiddetta 'metropolitana' di Gaza, e che sarebbero stati distrutti nelle ultime ore dall'aviazione israeliana.
Mentre l'Onu e le agenzie umanitarie internazionali fanno sapere di aver perso i contatti con i loro staff all'interno della Striscia, i famigliari atterriti degli oltre 220 ostaggi hanno chiesto un incontro urgente al premier Benjamin Netanyahu. Da parte sua, Hamas si è detto "pronto" ad affrontare un'offensiva di terra e ha anche annunciato di aver lanciato "salve di razzi" contro Israele.
Nel frattempo a New York, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto a larga maggioranza una "tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata". Una risoluzione subito accolta favorevolmente da Hamas e dall'ambasciatore palestinese, ma respinta da Israele, il cui rappresentante alle Nazioni Unite l'ha definita "un'infamia".