Merano, la neoeletta sindaca Zeller si rifiuta di indossare la fascia tricolore: scoppia la polemica

Sta facendo discutere il gesto della neoeletta sindaca di Merano, Katharina Zeller, che durante la cerimonia di insediamento ha rimosso la fascia tricolore appena ricevuta, posandola sul tavolo del Municipio. 

La scena, ripresa dalle telecamere, mostra Zeller mentre chiede al suo predecessore Dario Dal Medico: «Sei sicuro che proprio devo?», prima di togliersi la fascia e dire con un sorriso: «Mettiamola via, dai».

Una reazione immediata e visibilmente infastidita è arrivata dallo stesso Dal Medico, che alla proposta della nuova sindaca di condividere simbolicamente la chiave della città risponde indicando la fascia: «Tu metti quella e io tengo questa». 

Zeller ribatte scherzando: «Su dai, allora non la tieni».

Non si è fatta attendere la condanna politica. 

L’assessore provinciale Christian Bianchi (Forza Italia) ha parlato di un «grave atto nei confronti di tutti gli italiani di Merano». 

E aggiunge: «Tutti i cittadini di lingua italiana che l’hanno votata spero si rendano conto della considerazione che lei ha nei loro confronti».

Zeller, travolta dalle polemiche, ha diffuso una nota ufficiale: «La mia reazione non deve essere interpretata come un gesto di disprezzo verso i simboli della Repubblica o verso il tricolore. 

Indosserò la fascia con rispetto ogni volta che sarà previsto dal protocollo, come sempre fatto anche dai miei predecessori di lingua tedesca».

La sindaca ha poi chiarito il contesto: «In Alto Adige il distintivo ufficiale dei sindaci è tradizionalmente il medaglione con lo stemma della città. L’insistenza dell’avvocato Dal Medico nel volermi far indossare anche la fascia, in un momento già carico di tensione, è stata vissuta da me come una forzatura e un gesto provocatorio».

«La mia - ha ribadito - è stata una reazione istintiva, non politica né simbolica. Dispiace che si voglia strumentalizzare tutto questo per oscurare la vera notizia: una vittoria storica al ballottaggio, con quasi duemila voti di scarto. Se il mio gesto ha urtato la sensibilità di qualcuno, me ne scuso sinceramente».