Cronaca
mercoledì 21 maggio 2025
Lavoravano 90 ore a settimana per 4 euro l'ora in una fabbrica-dormitorio: arrestato il titolare

Condizioni di lavoro disumane, turni massacranti e retribuzioni da fame: è quanto hanno scoperto i carabinieri del Nucleo operativo per la Tutela del Lavoro in uno stabilimento dell’hinterland milanese, dove dieci operai cinesi, alcuni senza permesso di soggiorno, erano impiegati fino a 90 ore a settimana, sette giorni su sette, per appena quattro euro l’ora, in parte in nero, senza alcuna formazione e in assenza di controlli sanitari.
All’interno della fabbrica, attiva nel settore del confezionamento di abiti, erano stati ricavati alloggi di fortuna, trasformando di fatto lo stabilimento in una fabbrica-dormitorio, in condizioni igienico-sanitarie gravemente compromesse.
Le indagini sono partite dopo la denuncia di uno degli operai, esasperato dallo sfruttamento.
L’uomo ha raccontato alla Procura di Milano un quadro di vessazioni continue, culminate lo scorso febbraio in una violenta aggressione da parte del datore di lavoro, che avrebbe reagito con brutalità alla richiesta del pagamento di 10.000 euro di stipendi arretrati, provocandogli lesioni gravi con 45 giorni di prognosi.
A seguito dell’inchiesta, i carabinieri hanno arrestato un cittadino cinese, considerato l’amministratore di fatto della ditta, con l’accusa di caporalato.
L’arresto rappresenta l’ennesimo caso di sfruttamento estremo del lavoro nel tessuto produttivo sommerso dell’area milanese.
Le autorità stanno ora lavorando per identificare altri eventuali responsabili e per garantire assistenza ai lavoratori coinvolti, cinque dei quali sono irregolari sul territorio italiano.