Cronaca

venerdì 05 luglio 2024

La Cassazione ha accettato l'appello bis per Alex Pompa, il giovane uccise il padre per difendere la madre

La Cassazione ha accettato l'appello bis per Alex Pompa, il giovane uccise il padre per difendere la madre

di Il Messaggero

Alex Pompa potrà dimostrare le sue ragioni in un nuovo processo, la Cassazione ha detto sì a un appello bis. 

Ha disposto un nuovo dibattimento per il giovane che nell'aprile del 2020 uccise con alcune coltellate il padre a Collegno (Torino) al culmine di una violenta, l'ennesima, lite familiare e per difendere la madre. 

Un omicidio per cui Alex è stato condannato in Appello.  

Il difensore di Alex: «Sono felice, la pena era ingiusta»

«La requisitoria del procuratore generale ci aveva dato molte speranze. Ha parlato giustamente di motivazione della sentenza d’appello molto povera, che non aveva preso in considerazione la stragrande maggioranza degli elementi probatori di carattere oggettivo. Questo era il punto su cui anche noi facevamo molto affidamento. Noi restiamo convinti che la sentenza di primo grado fosse corretta e che quella di secondo grado fosse partita da una posizione di estremo rigore se non addirittura da una posizione preconcetta». Così l’avvocato Claudio Strata, difensore di Alex Pompa, dopo la sentenza della Cassazione. 

«Sono estremamente felice - commenta il penalista - Ero preoccupato che Alex dovesse costituirsi e andare a scontare la pena che ho sempre considerato ingiusta. Continuo a pensare che non se la meriti. Ora aspettiamo il giudizio davanti a un’altra sezione con un po’ più di fiducia».

Alex Pompa uccise il padre violento per difendere la madre: condannato a 6 anni e 2 mesi. Il fratello: «Andava assolto, mai più casi come Giulia»

Alex Pompa, prima l'assoluzione e poi la condanna

Pompa venne assolto in primo grado per legittima difesa: nell’aprile del 2020 uccise a coltellate il padre al culmine dell’ennesima lite familiare per difendere la madre. Alex ora porta il cognome della donna, Cotoia, era stato condannato il 13 dicembre del 2023 a sei anni e due mesi dalla Corte di Assise di Appello di Torino. I giudici hanno quindi accolto la richiesta della Procura generale. 

Alex aveva telefonato ai carabinieri autodenunciandosi: «Ho ucciso mio padre». Era molto lucido perché con lucidità aveva assistito all'ennesima lite in famiglia, al padre Giuseppe, 52 anni, che si era scagliato anocora una volta contro la madre da indemoniato: «Vi ammazzo - diceva - venite sotto, vi faccio a pezzettini». E allora Alex, che non sopportava più queste angherie, aveva impugnato dei coltelli e aveva ucciso il padre con 34 colpi. Era il 30 aprile 2020.

La Corte d'Assise lo ha assolto per legittima difesa. I giudici avevano giustificato la violenza scrivendo: «Quando è scattato per difendere se stesso e i suoi cari, Alex Pompa ha compiuto la scelta tra vivere o morire». Hanno riconosciuto soprattutto il carattere violento del padre che quella sera era andato su tutte le furie semplicemente perché la moglie aveva sorriso a un collega e avevano sottolineato che «non si sarebbe fermato». Il pm invece aveva chiesto una condanna a 14 anni.

«Ci vuole il coraggio di condannare. Alex ha agito d'anticipo, ha afferrato i coltelli e aggredito il padre disarmato», hanno scritto diversamente i giudici della Corte di Appello. E lo hanno condannato, infatti.

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