Cronaca

mercoledì 28 maggio 2025

"Infiltrati e spiati per 10 mesi da un poliziotto sotto copertura": la denuncia shock di Potere al Popolo

"Infiltrati e spiati per 10 mesi da un poliziotto sotto copertura": la denuncia shock di Potere al Popolo

Una denuncia senza precedenti scuote il panorama politico italiano: Potere al Popolo sostiene di essere stato infiltrato e spiato per dieci mesi da un agente della polizia sotto copertura. 

Il caso, reso noto dal portavoce nazionale Giuliano Granato in un’intervista a Fanpage.it, apre scenari inquietanti sul controllo del dissenso politico da parte dello Stato.

Secondo quanto riportato, un giovane poliziotto di 21 anni (in foto il presunto infiltrato), entrato in servizio nel 2023, si sarebbe presentato agli attivisti napoletani del partito come studente fuori sede proveniente dalla Puglia, partecipando assiduamente a iniziative politiche, proteste e persino a incontri nazionali di Potere al Popolo. 

La sua copertura sarebbe stata smascherata grazie a una banale ricerca online, che ha portato alla luce la sua identità reale: foto del giuramento in divisa, dettagli sul concorso vinto e legami social con altri agenti.

Il colpo di scena è avvenuto il 1° maggio, quando l'agente è stato visto da un attivista in un ristorante mentre parlava con uomini in giacca e cravatta, insospettendo ulteriormente il gruppo. 

Confrontato pubblicamente, il presunto infiltrato non ha negato né fornito spiegazioni, limitandosi ad augurare “buona giornata” prima di allontanarsi. 

Poche ore dopo ha chiamato un attivista per chiedere chiarimenti, ma la conversazione è stata registrata e avrebbe confermato i sospetti.

Granato ha ricostruito i dieci mesi di infiltrazione: “Era ovunque, ma non legava con nessuno. Mai una birra, una cena, nulla. Era lì solo per osservare”. 

I militanti, insospettiti dalla sua freddezza e da un profilo social quasi vuoto, hanno scoperto la verità inserendo nome e data di nascita su Google. 

“Si è aperto un mondo”, racconta il portavoce.

Il caso ha suscitato un’ondata di indignazione: “Noi siamo un partito che partecipa regolarmente alle elezioni, alla luce del sole. Non siamo un'organizzazione clandestina”, sottolinea Granato. “Questo non è un controllo di sicurezza, è repressione politica. Non succedeva da anni un tentativo così palese di spionaggio contro un partito elettorale”.

La vicenda si inserisce in un contesto già teso, segnato da episodi recenti come il caso “Paragon” e l'uso di spyware contro giornalisti e attivisti. 

“Il Ministero dell’Interno deve dare risposte”, è l’appello di Potere al Popolo. 

“È un attacco alla democrazia. La repressione del dissenso politico non è accettabile in uno Stato democratico. Se lo Stato ti spia, ti insegue, ti infila agenti, non siamo più in una democrazia, ma in una deriva autoritaria”.

Il partito chiede ora alla società civile e ai “sinceri democratici” di vigilare e reagire. 

“Non possiamo accettare che chi esprime idee diverse venga trattato come un criminale. Il dissenso è un diritto, non un reato”.

Primo, registrazione presso il Tribunale di Pesaro n°3/2019 del 21 agosto 2019. P.Iva 02699620411

Primo utilizza Cookie di terze parti per personalizzare gli annunci pubblicitari e analizzare il traffico in ingresso. Fornisce informazioni ai Partner sul modo in cui utilizzi il sito, i quali potrebbero utilizzarle secondo quanto previsto delle proprie norme. Per saperne di più o negare il consento a tutti o alcuni cookie clicca su Maggiori Info. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione acconsenti all’uso dei Cookie da parte dei servizi citati nell'Informativa Estesa.

Maggiori Info