Cronaca

sabato 12 ottobre 2019

Il tifone Hagibis raccontato da un pesarese a Tokyo

Il tifone Hagibis raccontato da un pesarese a Tokyo

di Luca Petinari

In queste ore il tifone Hagibis ha raggiunto il Giappone. Si tratta del tifone peggiore degli ultimi 60 anni, che ha già causato un morto e cinque feriti, oltre a diverse misure precauzionali messe in atto nei giorni scorsi tra voli sospesi e manifestazioni sportive annullate. In tutto il paese è ovviamente massima allerta.

Andrea, 25 anni di Pesaro, studente di ingegneria meccanica a Bologna, si trova a Tokyo per un tirocinio universitario per la tesi magistrale presso la Tokyo Institute of Technology, e già da diversi giorni si è preparato all'arrivo del tifone: "La situazione è sotto controllo - commenta - già nei giorni scorsi ci hanno dato alcune indicazioni precauzionali sull'arrivo di Hagibis, che in questo momento si dovrebbe trovare sopra di noi".

Nessun obbligo dunque, più che altro raccomandazioni: "In generale, ci hanno detto di non uscire e di non aprire le finestre. Le strutture sono adeguate a questo tipo di fenomeni naturali. Qui sono abituati a dover far fronte a potentissimi terremoti, che sono molto peggio di quanto sta accadendo". Andrea si trova nel Shofu Dormitory di Aobadai e ci descrive una situazione sotto controllo: "Ci sono venti fortissimi che in alcune zone toccano i 100 km/h e grandi acquazzoni. Alcuni dormitori vicino al nostro campus sono stati evacuati per essere trasferiti in una zona più sicura, poiché si trovavano vicino a un fiume. Per il resto, i supermercati sono tutti aperti".

Lo stato di allerta, intanto, persegue in Giappone, il quale sembra essere preparato a questo ennesimo fenomeno naturale, nonostante le vittime (un uomo trovato senza vita nella sua auto dopo essere stato investito da un tornado e cinque feriti, più qualche danno alle abitazioni) e ovvi disagi nei servizi (assenza di corrente elettrica in alcune zone). Il tifone più potente prima di Hagibis risale al 1958, che colpì le zone orientali e centrali del Giappone causando più di 1200 vittime.

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