Cronaca

sabato 23 luglio 2022

Confermato il carcere per la donna che ha abbandonato la figlia di 18 mesi, "personalità non equlibrata"

Confermato il carcere per la donna che ha abbandonato la figlia di 18 mesi, "personalità non equlibrata"

di Repubblica

Voleva uccidere la figlia, ma non è stata una scelta premeditata. È questa in sostanza la motivazione con cui il giudice per le indagini preliminari Fabrizio Filice ha convalidato il fermo per Alessia Pifferi, la donna di 36 anni accusata di aver abbandonato per sei giorni la figlia Diana di 18 mesi, morta di stenti nel suo lettino da campeggio. 

Gip: "Madre resti in carcere"

Il giudice ha confermato l'accusa di omicidio volontario senza l'aggravante della premeditazione: "L'indagata - si legge nel provvedimento di convalida - nel corso dei sei giorni in cui ha lasciato la bambina da sola è passata da uno stato iniziale di superficiale incoscienza - probabilmente suffragato dal fatto che le scorse volte in cui aveva commesso un'analoga condotta per 48 ore non era successo nulla di irreparabile - a uno stato di consapevolezza molto più profondo che l'ha portata a ritenere praticamente certa o altissimamente probabile la morte della bambina".

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Una consapevolezza del fatto che potesse morire che è arrivata quindi durante il suo periodo lontano da casa e non prima. "In quel momento, che poi prosegue per ulteriori 48 ore prima che il mercoledì 20 rientri a casa, Pifferi ritiene altamente probabile se non certo l'evento morte della bambina: non si limita a prevederne e ad accettarne il rischio, ma lo prevede e lo accetta e quindi, pur non perseguendolo come suo scopo finale, alternativamente lo vuole come risulta plasticamente dalle sue dichiarazioni con le quali ci ha molto onestamente aperto una finestra di osservazione sulla sua vita interiore".

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A spiegarlo, secondo il giudice, una frase pronunciata dalla donna durante l'udienza di convalida: "Io ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui (il compagno che era andata a trovare ndr) e infatti era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire; è per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire".

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