Cronaca

martedì 03 giugno 2025

Dopo il post choc contro la figlia della premier Meloni, il tentato suicidio e la richiesta di perdono del docente

Dopo il post choc contro la figlia della premier Meloni, il tentato suicidio e la richiesta di perdono del docente

Non ha retto all’ondata di indignazione, alle polemiche esplose sui media e al senso di colpa per quelle parole che lui stesso ha definito “inaccettabili”. 

Il professore Stefano Addeo, 65 anni, docente di tedesco a Marigliano, è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale di Nola dopo aver ingerito un mix di psicofarmaci con l’intento di togliersi la vita. 

Un gesto disperato arrivato a pochi giorni dal post pubblicato su Facebook, in cui augurava alla figlia della premier Giorgia Meloni la stessa sorte di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dal suo ex fidanzato ad Afragola.

A dare l’allarme è stata la dirigente dell’istituto scolastico in cui insegna, allertata da una telefonata dello stesso docente, che le ha confessato la volontà di farla finita. 

Il pronto intervento dei carabinieri e del 118 ha permesso di evitare il peggio: Addeo è ora fuori pericolo, ma la sua posizione resta delicatissima.

Dal letto dell’ospedale ha rilasciato una dichiarazione all’ANSA: «Ho commesso un errore, ma non dovevo essere crocifisso così. Mi hanno linciato. Ho chiesto scusa, non ce l’ho fatta», ha detto, facendo riferimento al massiccio attacco mediatico ricevuto. 

«Un'ora fa ho provato a togliermi la vita. Non ho retto all’accanimento».

In una lettera aperta pubblicata sul quotidiano “Roma”, Addeo aveva chiesto di poter incontrare la premier Meloni di persona per rinnovare le sue scuse, definendo la frase incriminata «infelice, inadeguata, inaccettabile» e aggiungendo: «Non mi rappresenta né come uomo, né come educatore». 

Secondo fonti giornalistiche, a Palazzo Chigi si stava valutando positivamente la richiesta di un confronto diretto, prima che trapelasse la notizia del tentato suicidio.

Il docente ha parlato anche della propria fragilità personale, del rapporto con la madre anziana e del peso del rimorso: «So bene che nulla può cancellare il male fatto con quelle parole. Solo la verità, il pentimento e il rispetto possono servire, ora».

Intanto, il Ministero dell’Istruzione ha aperto un’istruttoria disciplinare

Il ministro Giuseppe Valditara ha condannato l’episodio con fermezza: «Non possiamo più tollerare comportamenti che tradiscono il decoro e la dignità richiesti da una professione così delicata. Il ministero sanzionerà quanti non sono degni di far parte della nostra scuola».

Sulla vicenda è intervenuto anche Ettore Acerra, direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Campania, che ha parlato di un «episodio sconcertante», sottolineando i rischi dell’uso inadeguato dei social da parte di chi ha responsabilità educative

Insieme al ministro, Acerra valuterà nei prossimi giorni le sanzioni più opportune.

Resta ora da capire se, accanto alle inevitabili conseguenze disciplinari, ci sarà anche uno spazio per il perdono e per una riflessione più ampia sul rapporto tra responsabilità individuale, pressione mediatica e disagio umano.

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