Cronaca

lunedì 23 agosto 2021

Dall'ANPI e dalla Città di Pesaro "tanti auguri al partigiano Bernardo Forcina per i suoi 100 anni"

Dall'ANPI e dalla Città di Pesaro "tanti auguri al partigiano Bernardo Forcina per i suoi 100 anni"

di ANPI Città di Pesaro

Il pomeriggio del 18 agosto scorso, alla porta di Bernardo Forcina, circondato dalla sua famiglia, si sono presentati due ospiti particolari: da un lato il Sindaco Matteo Ricci (seconda foto sotto), portando con sé il mazzo di fiori che la città consegna a tutti coloro che festeggiano i cent’anni, dall’altro il Presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia della sezione di Pesaro Matilde Della Fornace (prima foto sotto), portando la targa che l’ANPI consegna a tutti coloro che tanti anni fa si sono battuti per la libertà d’Italia a rischio della propria stessa vita.

Bernardo saluta, ringrazia, ricorda e racconta la sua storia, il suo secolo passato camminando e lottando lungo le strade di un’Italia che correva verso il baratro della guerra. Cento anni fa, il 18 agosto del 1921, era nato a Mombaroccio e gli erano stati affibbiati due nomi, Bernardo al banco dell’anagrafe, Arturo alla fonte del battesimo. Ancora nessuno sapeva che a quei due nomi – un giorno non lontano – se ne sarebbe aggiunto un terzo: Giuseppe, il suo nome di battaglia tra le brigate partigiane. Non lo poteva immaginare neanche lui, che nel 1935 se ne era andato a Genova a fare l’operaio e poi l’impiegato per la colossale Ansaldo che produceva navi da guerra, artiglierie e carri armati per l’Italia fascista. Dopo i primi bombardamenti contro Genova – i più diretti proprio contro l’Ansaldo – Bernardo decise di lasciare la città ligure nel 1941, vagando per le montagne del’Italia nord-orientale fino a giungere a Gorizia e venendo così in contatto con i movimenti resistenziali sloveni. Dal 1943 Bernardo diventò “Giuseppe” e iniziò a combattere assieme alla Resistenza dell’Alta Italia venendo in contatto con personalità partigiane del calibro di Sandro Pertini e Mike Bongiorno per poi tornare rapidamente verso la sua terra d’origine. Tra il 26 febbraio ed il 27 agosto del 1944 Bernardo era nuovamente nella nostra Provincia per combattere all’interno della Brigata Garibaldi “Bruno Lugli” militando nel Distaccamento “Salvalai”, contro le preponderanti forze nazifasciste che presidiavano la zona per costruire quella Linea Gotica che avrebbe dovuto bloccare l’avanzata alleata in Italia.

Bernardo si impegnò direttamente nei sabotaggi delle linee telefoniche, nel disarmo dei militi della Repubblica di Salò e nei rastrellamenti di armi sul territorio per rifornire i distaccamenti, toccando con mano la morte dei suoi nemici e dei suoi compagni. Quando nel settembre del ’44 la città di Pesaro venne liberata, Bernardo sentì però che la sua missione non era compiuta, o almeno che non lo sarebbe stata finché non fosse liberata anche la Genova che lo aveva accolto per tanti anni, un’idea che lo riportò a combattere a nord fino alla fine della guerra. 

Racconta e ricorda, Bernardo Forcina, che la città ha onorato con una targa e dei fiori, ma soprattutto prestando orecchio alla sua storia incredibile, difficile e potente, di un uomo che ha vissuto e lottato per un secolo, che ha avuto tre nomi, che si è speso per la libertà di tutti noi e che ieri ha brindato con noi con un goccio di spumante.

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