Cronaca
venerdì 14 novembre 2025
Adolescenti nelle Marche: meno musei della media nazionale ma più lettori fuori da scuola
newsGli adolescenti marchigiani frequentano meno musei e siti archeologici della media nazionale, ma mostrano un interesse significativo per la lettura oltre i testi scolastici.
Lo evidenzia la sedicesima edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia “Senza filtri”, diffusa da Save the Children a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza.
Secondo il rapporto, il 52,7% dei giovani tra i 13 e i 19 anni legge libri non scolastici, una percentuale sostanzialmente in linea con il dato italiano del 53,8%.
Più contenuta invece la partecipazione alle attività culturali: solo il 44,5% ha visitato mostre o musei, contro una media nazionale del 50,1%, e appena il 37,3% ha frequentato siti archeologici, a fronte del 40,2% nazionale.
La fotografia regionale evidenzia un quadro complesso anche per quanto riguarda spettacoli e attività artistiche: il 28,3% degli adolescenti è stato a teatro e il 31,9% a un concerto, dati inferiori a quelli del Paese.
Sul fronte del benessere fisico emerge però una nota positiva, con il 15,3% dei ragazzi che non pratica alcuna attività sportiva, una quota più bassa rispetto al 18,1% nazionale.
Nel complesso, i giovani marchigiani rappresentano il 6,7% della popolazione, una percentuale sfiorata anche dal dato italiano, pari al 6,86%.
L’Atlante analizza anche la rete di cura dedicata all’infanzia e all’adolescenza.
Nelle Marche sono disponibili 18 posti letto in neuropsichiatria infantile e adolescenziale, su poco più di 400 presenti in tutta Italia, mentre manca completamente una struttura residenziale pubblica o accreditata per la presa in carico post-ricovero degli adolescenti, una criticità che pesa sulla continuità terapeutica.
Sul piano dell’istruzione, il tasso di dispersione implicita si attesta al 7,5%, più basso rispetto all’8,7% nazionale.
Il rapporto dedica ampio spazio anche al vissuto emotivo dei ragazzi: in Italia il 60% degli adolescenti si dichiara soddisfatto di sé, ma il 9% racconta di essersi isolato volontariamente per problemi psicologici.
Preoccupano inoltre l’uso di psicofarmaci senza prescrizione, che coinvolge quasi un ragazzo su otto, e il ricorso all’intelligenza artificiale come strumento di supporto emotivo, scelta compiuta dal 41,8% degli intervistati in momenti di tristezza, ansia o solitudine.
Come sottolinea Raffaela Milano, direttrice del Polo Ricerche di Save the Children, l’Atlante mette in luce una generazione segnata dalla pandemia, esposta ai rischi di isolamento digitale ma al tempo stesso desiderosa di riconquistare spazi di protagonismo, mentre le disuguaglianze economiche, educative e sociali rischiano di condizionare il futuro.