Attualità
martedì 10 marzo 2020
Varotti (Confcommercio): "Sempre più attività della provincia decidono di chiudere per almeno 15 giorni"
newsdi Amerigo Varotti, direttore generale Confcommercio Pesaro Urbino
Sono sempre di più i negozi , i ristoranti ed i pubblici esercizi che , come ha già fatto qualche albergo , stanno prendendo la decisione di chiudere l’attività per almeno 15 giorni.
A Pesaro come a Fano e in tutta la Provincia.
Confcommercio Pesaro e Urbino e l’Associazione Ristoratori in queste ultime ore – dopo l’ultimo decreto governativo che ha esteso a tutto il Paese le limitazioni ed i vincoli precedentemente previsti per Lombardia e 14 Province ( tra cui Pesaro e Urbino ) – hanno consultato i propri associati ( attraverso il web , i social e le mail – evitando Assemblee vietate !) per capirne l’orientamento .
E la stragrande maggioranza ha deciso di CHIUDERE .
E le motivazioni sono chiare : nel momento in cui si chiede , per evitare la diffusione del virus e non aggredire ulteriormente il Sistema ospedaliero , di stare in casa , e visto che da quasi 15 giorni , di fatto , la clientela di negozi e ristoranti e pubblici esercizi è diminuita drasticamente ; tenuto conto che i costi per tenere aperta giornalmente una qualsiasi attività sono notevolmente superiori alle risicate entrare , non ha senso restare aperti. E nel contempo mettere a repentaglio la salute propria e dei collaboratori.
E’ ovviamente una scelta individuale.
La chiusura delle nostre imprese , che più di altri settori sono esposte drammaticamente alla crisi , non fa venire meno l’impegno quotidiano della Confcommercio.
Le richieste che leggiamo, formulate da alcuni operatori , sono le richieste che la nostra Associazione già da settimane ha avanzato al Governo , alla Regione ed alle Amministrazioni Comunali.
Anzi , dopo l’emanazione del decreto legge del 2 marzo , siamo stati gli unici a livello locale e nazionale a protestare per il mancato riconoscimento dei danni causati al settore della ristorazione , dei pubblici esercizi e dei negozi e quindi la non previsione di aiuti per questi settori gravemente colpiti dalla crisi economica derivanti dall’emergenza coronavirus.
E se – come ci risulta – nel decreto di prossima ( speriamo ) emanazione da parte del Governo , queste attività avranno gli aiuti sperati , il grande merito va al lavoro che a livello locale e nazionale ha svolto la Confcommercio.
Ribadiamo comunque le richieste :
Sospensione del pagamento di contributi previdenziali e assistenziali e delle tasse
Estensione Cassa integrazione in deroga ed estensione del Fondo integrazione salariale ( FIS )
Previsione di una indennità almeno quadrimestrale per i lavoratori autonomi
Sospensione del pagamento delle UTENZE e delle imposte locali ( compresa tassa occupazione suolo pubblico )
Sospensione dei termini dei versamenti alla Camera di Commercio
Sospensione delle rate dei mutui , leasing e posticipo di un anno della valuta degli interessi bancari
Solo in questo modo si può pensare , alla fine di questa emergenza , di ritrovare ancora le imprese , pronte , come sempre , a rimboccarsi le maniche.