Attualità

mercoledì 08 aprile 2020

Varotti (Confcommercio): "La politica non ha capito che la crisi non ha colpito tutti i settori economici allo stesso modo"

Varotti (Confcommercio): "La politica non ha capito che la crisi non ha colpito tutti i settori economici allo stesso modo"

di Ufficio Stampa

In attesa del testo del Decreto del 6 aprile con cui il Governo ha , tra l ‘altro , stanziato risorse importanti per rimettere in moto la nostra economia attraverso la possibilità di erogare finanziamenti a tutte le imprese con la garanzia pubblica ( e in parte dei Confidi sopra certi importi ) , la Confcommercio di Pesaro e Urbino / Marche Nord attraverso il Direttore Generale Amerigo Varotti , lancia nuovamente alla politica l’allarme sugli effetti devastanti che l’emergenza da COVID-19 sta procurando ai settori più penalizzati da questa crisi : il turismo , la ristorazione e il commercio.

“ Non mi pare che ci sia ancora l’esatta consapevolezza da parte della politica  - dice Varotti – che la crisi non ha colpito tutti i settori economici allo stesso modo. Moltissime aziende industriali e manifatturiere , molte aziende artigiane e produttori agricoli sono sempre state aperte e le date del ritorno alla normalità saranno notevolmente diverse.

I negozi ( escluso il settore alimentare e pochi altri ) , i bar  e i ristoranti sono chiusi da oltre un mese ; gli alberghi e le strutture ricettive pur potendo rimanere aperti sono chiusi da metà febbraio per mancanza di clienti ; i tour operator hanno perso tutti i contratti e le prenotazioni che scaturivano dal lungo lavoro ( e i forti investimenti ) di promozione fatto nei mesi precedenti ; le agenzie di viaggio sono ferme perché ovviamente non viaggia nessun ; le guide turistiche hanno perso tutto il lavoro primaverile ( che è forse il più importante dell’anno ) per il fermo dei viaggi scolastici e la chiusura di musei oltre che per il divieto di uscire di casa. Così come ugualmente penalizzati sono i gestori dei musei privati o comunali e gli organizzatori di eventi.

E per questi settori  , poi, il ritorno alla normalità non avrà gli stessi tempi di chi fabbrica mobili o bulloni o scarpe.

Perché  con il turismo non si trasferiscono e spostano i pacchi o i container ma le persone. E tra le misure restrittive che saranno adottate anche dopo la ripartenza per evitare situazioni che possano potenzialmente  far partire una seconda ondata di contagi , l’insicurezza e la timidezza con cui gli italiani torneranno a viaggiare  e andare al ristorante o al bar o a fare acquisti  ( speriamo solo nei piccoli negozi di vicinato ) ed ancora la quasi certezza del fermo del turismo dall’estero , passeranno molte settimane – se non mesi – per tornare alla normalità.

Ed allora – CARI  POLITICI – questi settori non possono essere considerati come gli altri.

Tutte le risorse disponibili dovranno essere destinate a questi settori.

Attraverso la creazione di un fondo straordinario di sostegno al mancato reddito delle imprese , il prolungamento di tutti gli ammortizzatori sociali ed il blocco immediato di tutte le bollette e utenze . Oltre ad una estrema velocità nell’erogazione dei finanziamenti garantiti dallo Stato ed all’introduzione  per gli italiani di un buono vacanza da spendere nelle strutture ricettive , nei ristoranti e in tutta la filiera italiana “

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