Attualità

martedì 26 maggio 2020

Varotti (Confcommercio): "I comportamenti non corretti degli avventori non devono ricadere sui gestori dei locali"

Varotti (Confcommercio): "I comportamenti non corretti degli avventori non devono ricadere sui gestori dei locali"

di Amerigo Varotti, direttore Confcommercio Marche Nord

Sebbene negli ultimi giorni in svariate città d’Italia i casi di assembramenti fuori dai locali e nelle piazze si siano prevedibilmente moltiplicati, con la conseguente problematica del non rispetto delle indicazioni date in ordine di sicurezza e sanità pubblica, dobbiamo rilevare che tale problematica, salvo alcune eccezioni, non si è registrata per fortuna nelle principali città della nostra Provincia.

E’ evidente che come Associazione di categoria non ci possiamo permettere di perdere di vista l’obiettivo della sicurezza sanitaria, che rimane una priorità visti i rischi tuttora presenti e, come previsto proprio dalle norme, abbiamo cercato di fare opera di informazione e formazione a tutti gli associati  invitando  i titolari dei bar e dei ristoranti a rispettare e far rispettare in maniera puntuale le prescrizioni previste dal Protocollo sanitario del settore, in particolare sui temi del distanziamento fisico, sia all’interno dei locali che negli spazi allestiti all’esterno e all’utilizzo corretto delle mascherine e di altri dispositivi di sicurezza.

A completamento di tutto questo però riteniamo importante e necessaria un’assunzione di responsabilità collettiva: i  titolari dei pubblici esercizi devono operare con diligenza, attenzione e obblighi sempre maggiori e aggiuntivi; la clientela, purtroppo non sempre responsabile, deve osservare le regole che vengono impartite; le Forze dell’Ordine dovrebbero assicurare un attento  presidio del territorio, soprattutto nelle aree e negli orari più sensibili, per una mirata azione preventiva  a cui gli esercenti devono offrire costruttiva collaborazione.

Come Associazione abbiamo invitato dunque i gestori dei locali, con la responsabilità che è propria del loro mestiere, a diventare il primo argine contro la movida irresponsabile: è chiaro come gli operatori non possano trasformarsi in tutori dell’ordine, ma debbono poter contare sull’aiuto delle forze di pubblica sicurezza per evitare assembramenti e mettere in sicurezza anche chi pensa che il coronavirus sia ormai sconfitto. Solo così questa fase due potrà davvero essere l’anticamera di un ritorno alla normalità.

Gli esercenti stanno lavorando in una condizione complicatissima di grande difficoltà operativa ed economica e certi comportamenti degli avventori a volte non corretti, non possono e non debbono ricadere sulla categoria dei pubblici esercizi.

Confidiamo quindi che in questa fase di transizione e di adattamento per tutti – gestori e clientela – alle nuove norme, non vengano presi provvedimenti che vanno poi a colpire esclusivamente le attività economiche del territorio così già duramente messe alla prova.

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