Attualità
giovedì 22 maggio 2025
Un'Italia sempre più anziana: gli over 80 hanno superato per numero i bambini sotto i 10 anni

Un’Italia sempre più anziana, con più occupati ma ancora alle prese con i danni inflazionistici: è questa la fotografia tracciata dal Rapporto annuale 2024 dell’Istat, che evidenzia dinamiche contrastanti tra crescita dell’occupazione, calo della produttività e aumento del rischio povertà.
Nel 2024 le nascite toccano il minimo storico con appena 370mila nuovi nati, mentre gli over 80 sfiorano i 4,6 milioni, superando per numero i bambini sotto i 10 anni.
Un’inversione demografica profonda, aggravata dalla difficoltà di ricambio generazionale anche all’interno del tessuto imprenditoriale.
Sul fronte del lavoro, si registra una crescita significativa: 352mila occupati in più rispetto al 2023, l’80% dei quali over 50.
Un dato legato sia all’invecchiamento della popolazione che al ritardo nel pensionamento anticipato.
Tuttavia, la produttività media è in calo, con la crescita concentrata nei settori a bassa intensità di capitale e alta intensità di lavoro come turismo e ristorazione.
I salari reali, pur recuperando parzialmente quanto perso con l’inflazione, restano inferiori del 10,5% rispetto ai livelli del 2019.
Considerando le retribuzioni di fatto (comprensive di contratti integrativi e cambiamenti nella composizione occupazionale), il calo si riduce al 4,4%.
Ma se si guarda al potere d'acquisto individuale nell’arco di 20 anni (2004-2024), la perdita arriva al 7,3%.
Paradossalmente, il reddito familiare equivalente nello stesso periodo è cresciuto del 6,3%.
Questo grazie alla riduzione delle famiglie con figli, all’aumento degli occupati per nucleo e alla diffusa proprietà dell’abitazione, che hanno permesso alle famiglie di mantenere un equilibrio economico nonostante stipendi stagnanti.
Allarmante invece il dato sulla povertà ed esclusione sociale, che coinvolge il 23,1% della popolazione, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al 2023. Il picco si raggiunge al Sud, dove il 39,8% degli individui è a rischio.
Maggiormente esposte le famiglie con giovani percettori di reddito (under 35), nuclei monogenitoriali, immigrati e persone colpite da lutti o separazioni.
La crisi economica si riflette anche sul fronte sanitario: quasi un italiano su dieci (9,9%) ha rinunciato a visite o esami specialistici nel 2024, contro il 7,5% dell’anno precedente.
Sul piano macroeconomico, l’Istat evidenzia un miglioramento dei conti pubblici, con l’indebitamento netto in calo dal 7,2% al 3,4% del PIL, mentre il debito pubblico è cresciuto di sette decimi, attestandosi al 135,3%, comunque sotto le stime della Commissione Europea.
Tuttavia, le prospettive per il 2025 segnalano un ulteriore rallentamento della crescita, complice l’incertezza legata alle politiche commerciali globali.