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martedì 12 maggio 2020

Troppa burocrazia, poca liquidità: Confesercenti delusa dalle anticipazioni del DL Rilancio

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Troppa burocrazia, poca liquidità: Confesercenti delusa dalle anticipazioni del DL Rilancio

Ancora atteso e già deludente: secondo Confesercenti le anticipazioni sul Decreto Rilancio anche per le imprese della provincia di Pesaro e Urbino non sono positive.

“Un decreto che non aiuta i piccoli commercianti e che è un tripudio di burocrazia –sostiene il direttore provinciale Giorgio Bartolini- l’esenzione dal pagamento dell’Irap è un buona misura che però favorisce le imprese più strutturate così come l’indennizzo a fondo perduto, che, come è pensato, esclude le attività minori. Una vera e propria beffa –aggiunge- è il fatto che restino da pagare a giugno gli acconti di IRES e IRPEF e ci sono tanti crediti d’imposta, ma niente per aumentare la liquidità, che adesso è il vero freno per la riapertura. Il tutto condito da troppa burocrazia, quando ciò che servirebbe è proprio la velocità e la semplificazione delle misure”. Secondo Bartolini, infatti, restano complesse le disposizioni per affitti e affittanze d’azienda a fronte di rimborsi insufficienti, manca una procedura che velocizzi la cassa integrazione in deroga, a molti non ancora arrivata, e si preannunciano ulteriori complicazioni nell’ambito del lavoro, con norme di licenziamento assurde. Infine, il nodo turismo: “Il Decreto stanzia pochissime risorse –prosegue Bartolini- sia per la Tax Credit, sia per il bonus vacanze. Le imprese del settore stanno vivendo una situazione drammatica, e sappiamo bene che il ritorno alla normalità non è dietro l’angolo, ma più lontano che per altri comparti”.

“Abbiamo aspettato a lungo questo decreto sperando in risposte semplici e immediate invece ci siamo di nuovo impantanati nella burocrazia –aggiunge Pier Stefano Fiorelli presidente provinciale Confesercenti- guardiamo ad esempio gli indennizzi a fondo perduto, il parametro è soltanto aprile invece che l’intero periodo di chiusura, e per accedervi servono dichiarazioni su dichiarazioni”.

“Le imprese devono ripartire oggi perché domani, per molti, sarà già tardi. In questo modo non riusciremo a salvare tutti: dai dati che abbiamo sul nazionale un’attività su quattro rischia di non riaprire più. Ciò che auspichiamo –conclude Fiorelli- è che si metta mano ad una revisione del Decreto prima dell’approvazione e che le troppe incongruenze contenute nelle bozze siano corrette con due criteri: quello della semplificazione radicale delle procedure e di una maggiore previsione di liquidità per le imprese. Tempi brevissimi e risorse immediatamente spendibili sono le priorità, oggi, per un vero rilancio”.

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