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lunedì 10 novembre 2025
Tra il 2025 e il 2050 le Marche rischiano di perdere 139.167 abitanti
newsTra il 2025 e il 2050 le Marche rischiano di perdere 139.167 abitanti, un dato che riflette una trasformazione profonda della composizione sociale e demografica.
Le proiezioni Istat, rielaborate dall’Ufficio Studi della Cisl Marche, delineano una regione sempre più anziana: la popolazione con meno di 25 anni diminuirà del 53% (-74.851 unità), mentre gli over 64 cresceranno del 25,6% (+100.527) e gli over 84 addirittura del 63,6% (+46.639).
Oggi gli over 64 rappresentano il 24,7% della popolazione marchigiana, ma nel 2050 arriveranno al 34,6%.
Gli over 84 passeranno dal 4,1% al 7,1%. Un mutamento che, secondo il Report Demografia Cisl Marche, avrà effetti diretti su welfare, lavoro e tenuta dei territori interni.
Nel 2024 la popolazione marchigiana è pari a 1.482.746 abitanti, distribuiti in 225 Comuni. Il 40% dei residenti vive lungo la costa, che occupa solo il 10,6% del territorio, mentre le aree interne, che rappresentano il 66% della superficie regionale, ospitano appena il 27% della popolazione, con evidenti difficoltà di accesso ai servizi.
Sul fronte migratorio, dopo anni di calo, si registra una lieve inversione: nel 2025 i cittadini stranieri tornano a rappresentare il 9,2% dei residenti. Tuttavia, continua il fenomeno della fuga dei giovani: tra il 2013 e il 2024 oltre 37mila marchigiani si sono trasferiti all’estero, di cui 9mila laureati.
«Il calo dei residenti, la fuga dei giovani qualificati e l’invecchiamento della popolazione richiedono risposte integrate e lungimiranti – afferma Marco Ferracuti, Segretario Generale della Cisl Marche –. Serve un rafforzamento dei servizi sanitari territoriali, un welfare più strutturato e un sistema formativo capace di trattenere talenti e ridurre la dispersione scolastica».
Dal punto di vista occupazionale, tra il 2018 e il 2024 gli occupati marchigiani tra i 15 e i 64 anni sono aumentati di 6.000 unità, raggiungendo quota 618.000.
Ma la crescita riguarda quasi esclusivamente le fasce adulte, mentre i giovani tra i 15 e i 34 anni aumentano solo dell’1%.
«Va scongiurato il rischio – prosegue Ferracuti – di uno spopolamento delle aree interne e di un indebolimento della coesione sociale. Occorre una strategia di lungo periodo che investa sulle persone, sui servizi territoriali, sull’istruzione e sulle politiche industriali».
La Cisl Marche indica alcune priorità: dare piena operatività alle politiche industriali e alle risorse europee e nazionali, sostenere la natalità con servizi educativi diffusi, promuovere occupazione giovanile e femminile qualificata, rafforzare la sanità territoriale, i servizi per la non autosufficienza e la collaborazione tra piccoli Comuni.
«Il 2050 non è un destino già scritto – conclude Ferracuti – ma la conseguenza delle scelte che sapremo mettere in campo oggi, con visione e responsabilità».