Attualità
martedì 22 luglio 2025
Sondaggio Cgil Marche: il 46% dei cittadini boccia l'operato di Acquaroli
newsUn giudizio critico sull’amministrazione regionale e un clima di crescente preoccupazione per il futuro del lavoro, dei salari e della sanità pubblica: è quanto emerge dal sondaggio promosso dalla Cgil Marche e realizzato da Osservatorio Futura, presentato nel pomeriggio ad Ancona, alla Loggia dei Mercanti, nell’ambito dell’evento “Lavoro e società nelle Marche”, che ha incluso anche la proposta “Un’agenda per le Marche per arrestare la decadenza”.
Secondo i dati raccolti, il 46% dei marchigiani esprime un giudizio negativo sull’operato del presidente regionale Francesco Acquaroli, mentre un altro 18% dichiara di non avere un’opinione in merito.
La percezione diffusa è di un progressivo peggioramento delle condizioni economiche e sociali del territorio: il 42% degli intervistati ritiene che la situazione lavorativa peggiorerà nei prossimi cinque anni, il 59% afferma che con gli attuali salari non è possibile acquistare una casa, e il 60% individua nella mancanza di lavoro la principale causa dell’emigrazione giovanile.
Sul fronte sanitario, il 60% degli intervistati ritiene che il servizio pubblico sia peggiorato negli ultimi cinque anni: tra le principali criticità segnalate spiccano le liste d’attesa (54%), la scarsità di medici di base (38%) e i tempi eccessivi al pronto soccorso (35%). Anche le politiche per le aree interne sono ritenute inadeguate dal 57% del campione.
All'incontro sono intervenuti, tra gli altri, Giuseppe Santarelli (segretario generale Cgil Marche), Walter Cerfeda (presidente Ires Marche), Eleonora Fontana e Loredana Longhin (Cgil Marche), i docenti Giancarlo Colò (Università Ca' Foscari) e Francesca Spigarelli (Università di Macerata).
Le conclusioni sono state affidate a Christian Ferrari, segretario nazionale della Cgil.
«Offriamo a chi si candida a governare la Regione – ha commentato Santarelli – una serie di proposte nate dall’esperienza della Cgil nei territori».
Un’allerta infine sul fronte occupazionale: oltre 2mila posti di lavoro sarebbero a rischio dopo l’estate, soprattutto nei settori moda, automotive (in particolare l’indotto Fiat) e elettrodomestici.