Attualità
lunedì 21 novembre 2022
Sanità, i sindacati: "Circa 200 lavoratori non hanno la certezza della proroga del contratto di lavoro"

di Ufficio Stampa Cgil Pesaro e Urbino
Circa 200 lavoratori non hanno la certezza della proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato in scadenza il 31 dicembre prossimo.
I sindacati chiedono dunque la proroga dei contratti fino a 36 mesi di tutte le figure sanitarie, tecniche e amministrative che lavorano a tempo determinato nelle Aziende Sanitarie della nostra provincia.
A sostegno di queste rivendicazioni sono stati organizzati tre presìdi: martedì 22 novembre dalle 12 alle 15 a piazzale Cinelli di fronte all’ospedale San Salvatore, mercoledì 23 novembre sempre dalle 12 alle 15 la protesta di fronte all’ospedale di Urbino e lunedì 28 a Fano all’ingresso dell’spedale in via Vittorio Veneto (dalle 12 alle 15).
Chiediamo, scrivono le organizzazioni di categoria Cgil, Cisl, Uil. Fals, NursingUp e NurSind:
bandi di stabilizzazione per i precari assunti per l’ emergenza Covid data la possibilità prevista nella legge di Bilancio 2022; la proroga delle graduatorie concorsuali di infermieri, operatori sociosanitari e delle professioni sanitarie tecniche (della riabilitazione e prevenzione) anche questi di prossima scadenza. Per quanto riguarda le ferie le organizzazioni sindacali e le Rsu chiedono garanzie sulla fruizione in particolare per quelle maturate negli anni precedenti come previsto dalla normativa vigente e contrattuale.
Sono quattro le richieste rivolte alla Regione Marche:
-un confronto in merito al budget assegnato, al tetto di spesa del personale, alle dotazioni organiche e alla costituzione dei fondi contrattuali che a nostro avviso dovrebbe essere la naturale sommatoria delle due realtà preesistenti;
- garanzie sul mantenimento e potenziamento dell’offerta sanitaria ospedaliera – territoriale;
- il riequilibrio dei posti letto per acuti tenuto conto del fatto che Pesaro Urbino è la provincia con il minore numero di posti letto per acuti, ben al di sotto della media regionale e nazionale e con una la spesa sanitaria pro capite più bassa rispetto alla regione. Per tanto, la prevedibile distribuzione ed allocazione delle risorse umane e finanziarie conseguenti alla nuova organizzazione degli enti del servizio sanitario regionale, deve avvenire tramite lo stanziamento di risorse aggiuntive e non secondo mere logiche di compensazione tra province;
- un confronto regionale per l’applicazione degli istituti contrattuali contenuti dal nuovo CCNL Sanità Pubblica, sottoscritto il 2 novembre scorso, demandati alla contrattazione regionale.
In caso di esito negativo della procedura prevista dalla legge 146/1990 i sindacati si riservano “fin d’ora di procedere con ulteriori iniziative di mobilitazione compresa la proclamazione del blocco del lavoro straordinario e più in generale del lavoro prestato in orario extra istituzionale, da tenersi nelle modalità e tempi previsti dalla già citata legge”.