Attualità
lunedì 12 maggio 2025
Sanità, allarme infermieri: in Italia ne mancano 65.000, e 110.000 andranno in pensione entro il 2033

In Italia sono circa 400.000 gli infermieri attualmente attivi, su un totale di 460.000 iscritti all’Ordine professionale.
Di questi, circa 50.000 operano come liberi professionisti, mentre la stragrande maggioranza lavora all’interno del sistema sanitario pubblico o privato accreditato.
Ma il quadro tracciato dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) è tutt’altro che rassicurante.
Secondo i dati presentati in occasione del primo rapporto sulla condizione della professione, mancano 65.000 infermieri in tutta Italia.
Una carenza strutturale che rischia di aggravarsi con l’attuazione del PNRR, che prevede il reclutamento di 30.000 professionisti per potenziare l’assistenza territoriale.
A complicare il futuro della sanità italiana c’è anche la cosiddetta “gobba pensionistica”: entro il 2033, si stima che 110.000 infermieri andranno in pensione, rendendo ancora più critica la situazione.
«La questione infermieristica non riguarda solo una singola professione, ma tutto il Paese», ha dichiarato Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI, durante l’evento a Palazzo Rospigliosi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Infermiere.
«Sempre più cittadini vivranno con patologie croniche già diagnosticate, per cui la sfida sarà soprattutto assistenziale. Serve una cabina di regia interministeriale, perché il territorio dovrà diventare il nuovo fulcro del sistema sanitario».
Ma non bastano incentivi economici: preoccupano anche le fughe all’estero di infermieri formati in Italia e l’elevato abbandono degli studi universitari, legato a un sistema percepito come poco valorizzante.
«I giovani chiedono percorsi di crescita, ruoli specialistici, possibilità di carriera e riconoscimento professionale», ha concluso Mangiacavalli. «Solo così la professione potrà tornare ad essere attrattiva e garantire al Paese un’assistenza adeguata alle sfide future».