Pesaro 2024, Perugini (PD): "Vincente la strategia di Vimini nonostante opposizione e Regione miopi"

«Il report di Pesaro 2024 non è solo un consuntivo, ma la dimostrazione concreta di quanto una visione politica coraggiosa e strutturata possa trasformare un territorio». 

Così Marco Perugini, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale a Pesaro, commenta i risultati ufficiali della Capitale Italiana della Cultura 2024. 

«I numeri parlano chiaro: 182.530 presenze ai progetti, oltre 2.600 eventi, più di 2.000 artisti coinvolti, un +31% di presenze turistiche e 275.000 visitatori in più, per un indotto stimato in 30 milioni di euro. Sono dati che certificano l’efficacia delle politiche culturali di questa città».

Secondo Perugini, il dato più rilevante è l’effetto moltiplicatore dell’investimento pubblico: «A fronte di 3 milioni di euro complessivi da Comune, Stato e Regione, il ritorno economico è stato dieci volte tanto. È su questi parametri che vanno giudicate le politiche pubbliche, non sulle polemiche».

Un ruolo chiave, evidenzia il capogruppo PD, è stato quello del vicesindaco Daniele Vimini, «che ha saputo costruire negli anni un progetto partecipato, inclusivo e radicato. La sua intuizione è stata quella di superare localismi e campanilismi, costruendo una rete vera tra i 50 comuni della provincia. Cultura e territorio oggi non possono più essere divisi».

Perugini critica l’assenza della destra marchigiana, sia durante l’anno della Capitale, sia in occasione della presentazione del report: «Nemmeno una proposta, né un’idea. Eppure erano stati invitati. Hanno scelto di disertare un momento istituzionale importante, mettendo prima il partito dell’interesse dei cittadini. Si auguravano che andasse tutto male».

Lo sguardo ora è rivolto al futuro: «Questo successo è frutto di una comunità viva e partecipe. È con artisti, operatori, curatori, volontari e cittadini che vogliamo rilanciare la candidatura a Capitale Europea della Cultura 2033. Pesaro c’è. Il territorio è pronto. Ora tocca anche alla Regione decidere da che parte stare».