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mercoledì 04 marzo 2020

Papalini (Confindustria): "Evitare che la nostra provincia finisca in zona rossa, comporterebbe la paralisi con il blocco totale delle attività"

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Papalini (Confindustria): "Evitare che la nostra provincia finisca in zona rossa, comporterebbe la paralisi con il blocco totale delle attività"

Mi appello alla massima responsabilità, affinché a tutti i livelli si adottino rigorosamente le misure di sicurezza diffuse dal Ministero della Salute ad oggi per evitare alla nostra provincia di rientrare tra quelle con maggiori restrizioni, con il trasferimento nella ‘zona rossa’, situazione che comporterebbe il blocco totale delle attività e il completo isolamento con l’altissimo rischio della non riapertura di molte aziende e relativo indotto”. Lo ha detto il presidente degli industriali pesaresi, Mauro Papalini, commentando il rapido diffondersi dell’epidemia Coronavirus nella nostra provincia. “Allo stesso tempo – ha aggiunto - chiediamo che le gravi difficoltà che stiamo affrontando, dirette e indirette, vengano seriamente prese in considerazione dal governo e dalle istituzioni locali: abbiamo un immediato bisogno di usufruire di adeguate misure di sostegno delle nostre imprese”. Il riferimento di Papalini, è indirizzato, in particolare, “alla possibilità di far ricorso alla cassa integrazione in deroga per tutte le tipologie di imprese, qualsiasi sia la loro dimensione e settore” e si aggiunge “alla richiesta forte rivolta al sistema bancario di massimo sostegno a non far mancare, in questo momento, la liquidità necessaria e dare soprattutto la possibilità di posticipare le prossime scadenze”.

Confindustria è costantemente a fianco delle imprese per supportarle a tutti i livelli, “ma è fondamentale che, congiuntamente, le istituzioni coinvolte pongano in essere le condizioni per dare una concreta accelerazione agli investimenti pubblici e si approfitti di questo momento per eliminare la burocrazia inutile che tiene il paese bloccato da tempo”. Secondo Papalini, “il modello di ricostruzione del ponte Morandi di Genova andrebbe esteso a tutte le grandi opere e applicato anche nelle aree terremotate delle Marche, rappresentando una concreata possibilità di ripresa”.

“Sono certo che con il concorso di tutti – ha concluso il presidente degli industriali – e con una più autorevole, univoca e puntuale informazione, vero antidoto all’inutile panico e allarmismo,  essendo noi capaci di fare cose straordinarie, supereremo anche questa difficile prova e ritorneremo presto ad essere il paese che non è un “caso” da evitare, ma un modello sociale ed economico che tutto il mondo deve continuare ad invidiare”.



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