Attualità
giovedì 30 ottobre 2025
Marche, rallenta anche la meccanica: -9,8% di imprese attive ma il settore regge meglio dell'industria
newsAnche la meccanica marchigiana, da sempre tra i comparti più vitali dell’economia regionale, mostra segnali di rallentamento.
Negli ultimi sei anni, secondo l’analisi del Centro Studi CNA Marche, le imprese attive nel settore sono diminuite del 9,8%, pari a 449 attività in meno.
Un dato meno grave rispetto al calo complessivo dell’industria manifatturiera (-15,4%) e dell’economia regionale (-12%).
Considerando anche le attività di manutenzione e installazione di macchinari e apparecchiature, la flessione del comparto scende al -6,1%, segno che la tenuta della meccanica resta superiore alla media.
«Un danno non catastrofico, tutto sommato accettabile viste le difficoltà internazionali, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime» commenta Luigino Gambini (foto), presidente di CNA Industria Marche, che sottolinea la capacità del settore di resistere in uno scenario complesso.
Nel primo trimestre 2025, la produzione meccanica ha registrato un calo tendenziale dell’1,1%, meno marcato del dato nazionale (-3,4%).
In lieve flessione anche il comparto dei mezzi di trasporto (-0,9%), penalizzato dalla crisi della filiera automotive ma sostenuto da una cantieristica navale in crescita.
Sul fronte commerciale, le vendite reali sono aumentate dell’1,6%, con un incremento più evidente sul mercato interno (+1,9%) rispetto all’estero (+0,6%).
Il secondo trimestre 2025 ha confermato la fase di rallentamento: la produzione meccanica è calata dell’1,8%, meno del dato nazionale (-2,5%).
Le vendite interne hanno segnato -2,1%, quelle estere -3,3%.
Nel comparto dei mezzi di trasporto, si è registrato invece un moderato recupero dell’1,6%, trainato ancora dalla cantieristica.
«Le previsioni per i prossimi mesi – spiega Gambini – indicano un moderato miglioramento delle vendite su entrambi i mercati, ma restano incerte le prospettive dei settori legati all’automotive».
Sul fronte export, il primo trimestre 2025 ha visto una flessione complessiva del 10,6% per i nove distretti industriali marchigiani, con un valore sceso da 1,2 miliardi a 1,1 miliardi di euro.
Il calo è più marcato della media nazionale (-3,6%), con il distretto delle macchine utensili di Pesaro particolarmente penalizzato (-22,2%) per la contrazione delle vendite verso gli Stati Uniti, principale mercato di riferimento.
La provincia di Ancona continua a primeggiare per numero di imprese attive in metallurgia, componentistica, apparecchiature elettriche ed elettroniche, mentre Pesaro e Urbino guida nel comparto della cantieristica e dei macchinari specializzati.
«Nonostante i numeri in calo – conclude Gambini – la qualità e il livello tecnologico delle aziende meccaniche marchigiane restano altissimi. Serve fiducia, visione e il sostegno delle istituzioni per aprirsi ai nuovi mercati e valorizzare l’eccellenza di un settore strategico per l’economia regionale».