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lunedì 31 agosto 2020

Lo studio del Sant'Orsola di Bologna per dimezzare i ricoveri covid in terapia intensiva

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Lo studio del Sant'Orsola di Bologna per dimezzare i ricoveri covid in terapia intensiva

di Luca Petinari

Il Policlinico Sant'Orsola di Bologna ha pubblicato questa mattina su Facebook un'importante notizia. Ovvero uno studio che dimostra come poter dimezzare i ricoveri in terapia intensiva. Studio del quale il policlinico è capofila ed è stato condotto su 301 pazienti ricoverati.

Lo studio dimostra che il #virus può danneggiare entrambe le componenti del polmone: gli alveoli (le unità del polmone che prendono l’ossigeno e cedono l’anidride carbonica) e i capillari (i vasi sanguigni dove avviene lo scambio tra anidride carbonica e ossigeno).  Quando il virus danneggia sia gli alveoli che i capillari polmonari muore quasi il 60% dei pazienti.  Quando il virus danneggia o gli alveoli o i capillari a morire è poco più del 20% dei pazienti.  Il “fenotipo” dei pazienti in cui il virus danneggia sia gli alveoli che i capillari (pazienti col “doppio danno”) è facilmente identificabile attraverso la misura di un parametro di funzionalità polmonare (la distendibilità del polmone < 40; valore normale 100) e di un parametro ematochimico (il D-dimero > 1800; valore normale 10).

Questi risultati hanno importanti implicazioni sia per le cure attualmente disponibili che per i futuri studi su nuovi interventi terapeutici per i pazienti con COVID-19. Infatti, oggi il riconoscimento rapido del fenotipo col “doppio danno” consentirà una precisione diagnostica molto più elevata e un utilizzo delle terapie ancora più efficace, riservando a questi malati le misure terapeutiche più “aggressive” quali la ventilazione meccanica, la extra-corporeal membrane oxygenation (l’ECMO) e gli ambienti terapeutici a maggiore intensità di cure quali le terapie intensive) trattando invece con la ventilazione non invasiva col casco e il ricovero in terapia sub-intensiva i pazienti con “danno singolo”.  Nel futuro questi risultati consentiranno di identificare rapidamente i pazienti in cui testare trattamenti sperimentali con anti-coagulanti per prevenire il danno ai capillari polmonari.

Lo studio ha ovviamente una rilevanza importante per quanto riguarda la sanità dell'Emilia Romagna ma può essere di grande aiuto per la sanità pubblica di tutto il suolo nazionale. E non solo.


Foto da pagina FB

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