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venerdì 13 ottobre 2023

L'Italia è il Paese dell'Unione Europea con la più bassa incidenza di 18-34enni sulla popolazione (17,5%)

L'Italia è il Paese dell'Unione Europea con la più bassa incidenza di 18-34enni sulla popolazione (17,5%)

di Sky Tg 24

Nel 2023 in Italia i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni sono circa 10 milioni 200mila. Dal 2002 la perdita è di oltre 3 milioni, pari al -23,2%. L'Italia è il Paese Ue con la più bassa incidenza di 18-34enni sulla popolazione (nel 2021 17,5%; media Ue 19,6%). Il Mezzogiorno presenta una perdita netta di giovani nonostante ce ne siano di più rispetto al nord: la quota di chi si trova tra i 18 e i 34 anni è maggiore nel Mezzogiorno (18,6%) rispetto al Centro-nord (16,9%), ma la flessione è molto severa (-28% dal 2002). Come rivelano i dati Istat, i giovani sono i veri protagonisti del cosiddetto "inverno demografico": essi diminuiscono mentre la popolazione generale aumenta del +3,3% dal 2002 a oggi. È un fenomeno attivo fin dai "baby-boomers" (nati fra il 1956-'65), ma che ha subito un'accelerazione a partire dai cosiddetti "millennials" (nati fra il 1981-'95).  

I giovani escono da casa dei genitori in età sempre più tarda e il trend sembra essere particolarmente accentuato al Sud Italia. Nelle regioni meridionali, secondo il rapporto Istat “I giovani del Mezzogiorno”, il percorso verso l’età adulta è più “lungo e complicato”. Andare via dalla casa di famiglia e formare un nuovo nucleo richiede tempi più dilatati: nel Mezzogiorno il 71,5% dei 18-34enni nel 2022 vive in famiglia, contro il 64,3% del Nord Italia e il 49,4% dell'Ue a 27 anni. Si tratta di un forte aumento del 62,2% rispetto al 2001. 

La previsione

L'Istituto di statistica prevede che nel 2061 gli ultra-settantenni saranno il 30,7% della popolazione residente nel Mezzogiorno (18,5% nel Centro-nord). La propensione alla nuzialità e alla procreazione ovunque si riduce: nel 2021, l'età media al primo matrimonio degli italiani è di circa 36 anni per lo sposo (32 nel 2004) e 33 per la sposa (29 nel 2004); quella della prima procreazione per le donne è in continuo aumento (32,4 anni contro 30,5 nel 2001). Ciò - rileva l'Istat - rischia di interferire con il ciclo biologico della fertilità e di alimentare l'"inverno demografico".



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