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mercoledì 11 giugno 2025

Liste d'attesa sanitarie infinite: 4 milioni di italiani rinunciano alle cure

Liste d'attesa sanitarie infinite: 4 milioni di italiani rinunciano alle cure

In Italia il diritto alla salute è sempre più compromesso da liste d’attesa troppo lunghe, tanto da costringere 4 milioni di cittadini, il 6,8% della popolazione, a rinunciare a prestazioni sanitarie nel 2024. 

Lo certifica un’analisi della Fondazione Gimbe, che segnala un peggioramento drammatico rispetto agli anni precedenti: nel 2022 era il 4,2%, nel 2023 il 4,5%. 

Ora l’impennata, +51% in un solo anno. 

E a preoccupare è anche la situazione normativa: a dodici mesi dal decreto 73/2024, pensato per abbattere le attese, tre dei sei decreti attuativi non sono ancora stati varati.

Una situazione che il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, definisce insostenibile: “Il problema non è solo economico. Il vero nodo è la capacità del Servizio sanitario nazionale di garantire le prestazioni nei tempi compatibili con i bisogni di salute. E questo sistema – aggiunge – è ormai al collasso”.

Anche le difficoltà economiche restano un ostacolo per 3,1 milioni di italiani, il 5,3% della popolazione. 

Ma non bastano più i ticket o i portafogli a spiegare il fenomeno: è la macchina del Ssn a non reggere

A fronte della crescente domanda, il sistema non è in grado di rispondere né in modo efficace né in tempi utili.

Sul fronte normativo, la fotografia scattata dalla Fondazione è impietosa: un decreto attuativo è scaduto da nove mesi – quello sui poteri sostitutivi dell’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria – e gli altri due risultano bloccati. 

Uno riguarda il superamento del tetto di spesa per il personale sanitario, ancora fermo per l’assenza di una nuova metodologia Agenas sul fabbisogno; l’altro introduce linee guida per la disdetta delle prenotazioni e la gestione delle agende Cup, ma non è nemmeno stato calendarizzato in Conferenza delle Regioni.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci, pur ammettendo che "sulle liste d’attesa c’è ancora molto da fare", difende l’operato del governo e parla di “un percorso finalmente avviato per affrontare il problema in modo strutturale”. 

Ma le opposizioni attaccano: Giuseppe Conte definisce il decreto “un fallimento clamoroso” e accusa l’esecutivo di “aver preso voti e lasciato i cittadini in lista d’attesa”.

Per Cartabellotta, servono ben più che decreti per uscire dall’emergenza: “Investimenti sul personale, riforme organizzative, digitalizzazione dei processi e misure per contenere la domanda inappropriata”

Perché le liste d’attesa, conclude, “non sono una variabile da gestire con annunci: sono il sintomo di un Ssn indebolito, in sofferenza strutturale”.

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