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venerdì 05 dicembre 2025

Le Province marchigiane respingono la nuova competenza regionale sugli accertamenti paesaggistici

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Le Province marchigiane respingono la nuova competenza regionale sugli accertamenti paesaggistici

Le cinque Province delle Marche ribadiscono il loro dissenso sulla scelta della Regione di trasferire agli enti provinciali la competenza per l’accertamento postumo della compatibilità paesaggistica, come previsto dalla delibera 1704 del 2025. 

Un provvedimento adottato senza il coinvolgimento del Consiglio delle Autonomie Locali, che non è stato convocato nei tempi stabiliti, nonostante il parere negativo già espresso da tutte le Province e dall’Upi Marche.

La posizione contraria degli enti territoriali era stata condivisa dall’Upi Marche già lo scorso aprile, ma la Regione ha comunque proceduto con l’atto amministrativo. 

Nel dettaglio, le osservazioni riguardano l’ampliamento dell’area di competenza che Palazzo Raffaello intende attribuire alle Province. 

Oggi, gli enti si occupano delle autorizzazioni preventive e postume per interventi in aree tutelate, delle procedure per la gestione degli abusi in zone vincolate e del parere previsto dall’articolo 32 della legge 47/1985 sul condono edilizio. 

Le Province contestano che l’accertamento postumo richiesto dalla Regione sia estraneo al quadro normativo vigente sul vincolo paesaggistico e non riconducibile alle funzioni delegate.

Il presidente dell’Upi Marche, Giuseppe Paolini, sottolinea inoltre l’insostenibilità economica di un ulteriore ampliamento di competenze, poiché gli enti delegati da anni sostengono oneri rilevanti senza il trasferimento delle risorse necessarie da parte della Regione. 

Una situazione aggravata dal mancato parere del Consiglio delle Autonomie Locali: come riferito dalla sua struttura operativa, il CAL non si è espresso entro i termini, offrendo così alla Giunta la possibilità di procedere senza confronto sul provvedimento. 

Paolini si domanda perché il Consiglio non sia stato convocato, nonostante il chiaro e tempestivo dissenso di tutte le Province marchigiane.

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