Attualità
martedì 15 aprile 2025
Le Marche regione con sempre più anziani e un tasso di natalità tra i più bassi d'Italia, secondo i dati Istat

Le Marche si confermano una regione in progressivo calo demografico, con una popolazione residente al 31 dicembre 2023 pari a 1.482.746 persone, ovvero 1.552 in meno rispetto all’anno precedente (-0,1%).
È quanto emerge dal Censimento Permanente della Popolazione pubblicato da Istat, che descrive una società sempre più anziana, con un tasso di natalità tra i più bassi d’Italia e una popolazione che però mantiene una certa attrattività, soprattutto grazie ai trasferimenti da altre regioni italiane.
Il dato più evidente riguarda la scarsa natalità: nelle Marche si registrano 5,9 figli ogni 1.000 abitanti, contro una media nazionale di 6,4.
A questo si aggiunge un tasso di mortalità più alto rispetto alla media nazionale (12,0 contro 11,4 morti ogni 1.000 abitanti), segno di una popolazione sempre più anziana.
L’età media marchigiana è di 47,7 anni, superiore a quella italiana (46,6), e l’indice di vecchiaia raggiunge 226,4 (media nazionale 199,8), con punte di 243,4 nella provincia di Ascoli Piceno.
Il dato positivo arriva dal saldo migratorio interno: tra chi ha lasciato le Marche e chi si è trasferito nella regione da altre zone d’Italia, si registra un bilancio attivo di circa 1.000 persone.
Un segnale che dimostra come il territorio resti attrattivo, nonostante le difficoltà demografiche.
A livello territoriale, Ancona e Pesaro Urbino mantengono una popolazione stabile, mentre Macerata, Fermo e Ascoli Piceno perdono residenti, con un calo dello 0,3% ciascuna.
Nei piccoli comuni (meno di 1.000 abitanti, che rappresentano il 44% del totale regionale), la situazione è ancora più critica: età media di 51 anni, tasso di natalità al 5,2 e tasso di mortalità al 14,4, con un saldo migratorio interno negativo.
La presenza straniera rappresenta il 9% della popolazione regionale, con 132.011 residenti non italiani provenienti da 158 Paesi diversi.
Le comunità più numerose sono quella rumena (17,5%), albanese (10,8%), marocchina (6,9%) e cinese (6,5%). Quasi la metà degli stranieri proviene dall’Europa, seguiti da Asia (23,7%) e Africa (20%).
I dati Istat tracciano quindi il profilo di una regione che, pur facendo i conti con una forte pressione demografica legata all’invecchiamento, continua a offrire condizioni di vita e servizi capaci di attrarre nuove presenze.
Una sfida complessa ma anche una risorsa per ripensare lo sviluppo e la coesione sociale nei prossimi anni.