Attualità
lunedì 29 agosto 2022
Le aziende energetiche hanno versato solo 1 miliardo (dei 10 attesi dal Governo) di tasse sugli extraprofitti

di Open
Dove sono finiti i dieci miliardi di extraprofitti delle aziende energetiche? Mentre il governo Draghi prepara un intervento per coprire gli aumenti del gas in arrivo su famiglie e imprese, la cassa piange.
Con il Decreto Aiuti Bis l’esecutivo aveva programmato di incassare 10,5 miliardi di euro con una tassa una tantum sugli utili extra delle aziende del settore.
In due tranche: la prima da pagare entro il 30 giugno (il 40%) e il resto il 30 novembre (per il restante 60%). Ma la maggior parte delle aziende ha deciso di non pagare. Confidando sull’incostituzionalità della misura.
Per questo oggi il governo non sa dove trovare i fondi per l’intervento. E il tempo stringe. Si parla di un nuovo decreto ma anche di un emendamento proprio al Dl Aiuti Bis. Che dovrebbe arrivare in Aula al Senato per la conversione in legge il 6 settembre. Ma intanto c’è chi firma esposti alla magistratura e chi propone di aumentare la tassa dal 25 al 100%.
Nel frattempo al Mef hanno una data segnata sul calendario. Mercoledì 31 agosto si chiude il ravvedimento per il pagamento dell’acconto sulla tassa degli extraprofitti delle aziende energetiche. Quello sarà il momento per avere delle stime precise su quanto c’è in cassa. Il contributo straordinario si calcola sull’incremento degli incassi tra il primo ottobre 2021 e il 30 settembre 2022. Se l’aumento è superiore al 10% del totale o maggiore di 5 milioni di euro bisogna pagare il 25% del contributo all’erario. In due parti, l’acconto a giugno e il resto a fine novembre. Ma qui sorge il primo problema. Il Mef aveva stimato che la tassa riguardava una platea di circa 10 mila aziende. La metà degli introiti, 5 miliardi, sarebbe arrivata dalle aziende medie e piccole. Il resto dai colossi come Eni ed Enel. Ma di miliardi in cassa alla fine ne è arrivato soltanto uno.