Attualità
martedì 09 agosto 2022
In Italia il 43% degli under 35 guadagna meno di 1000 euro e quasi un neo laureato su due non trova lavoro

di Milano Finanza
In Italia il 43% degli under 35 guadagna meno di mille euro al mese, il 46% dei giovani intervistati si ritiene sottopagato, il 42% riscontra invece criticità nell'ambiente lavorativo e quasi un neo laureato su due non trova lavoro: lo segnala la ricerca realizzata da Eures, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Giovani, dal titolo appunto "Nuove professioni e nuove marginalità. Opportunità, lavori e diritti per i giovani del terzo millennio".
In Italia il mondo del lavoro non punta sui giovani. Fra gli under 35 domina infatti il lavoro precario (67%) e le retribuzioni sono più basse della media. L'indice di occupazione giovanile è inoltre di 17 punti inferiore a quello nazionale e il tasso di disoccupazione è quasi il doppio della media europea (18% contro 9,5%).
La situazione è stata aggravata dalle nuove professioni, in linea con i cambiamenti della società e dei mercati, che hanno comportato nuove marginalità che colpiscono, ancora una volta, i giovani e soprattutto le donne.
La debolezza contrattuale dei giovani
I problemi per i giovani in cerca di lavoro iniziano da subito. Gli annunci di lavoro risultano spesso omissivi o vengono completamente disattesi al momento del colloquio sia in termini di impegno orario che di livelli retributivi, sottolinea l'indagine. Si macchiano inoltre pesso di discriminazione di genere, dato che la declinazione al femminile non viene quasi mai utilizzata, se non per manzioni come la segretaria.
I problemi poi non finiscono con l'eventuale assunzione anzi quasi la metà dei giovani lavoratori denuncia criticità e problematiche nell'attuale contesto professionale (il 55% nel settore digitale).
La questione più sofferta per i lavoratori under 35 è però quella dello stipendio perché il 46% ritiene di ricevere una retribuzione inadeguata all'ammontare di ore e di lavoro svolto. Una percentuale che si spinge al 52% nelle professioni digitali, sottolinea l’indagine. D'altronde, meno di un giovane lavoratore su due percepisce una retribuzione fissa mensile, il che rende difficile costruire progetti di vita o investimenti a medio-lungo termine. E oltre il 40% dei giovani intervistati riceve uno stipendio mensile inferiore ai mille euro.
Il ruolo dei sindacati
I giovani intervistati da Eures si sono dimostrati consapevoli della loro debolezza contrattuale. Infatti il 69% ritiene fondamentale il ruolo dei sindacati, una percentuale che sale al 71% tra le nuove professioni digitali e arriva al 75% tra gli under 25 e le donne. (riproduzione riservata)