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sabato 23 novembre 2024

"Idee e obiettivi sempre in evoluzione", intervista a Alessandro Mancini osteopata della VL Basket Pesaro

"Idee e obiettivi sempre in evoluzione", intervista a Alessandro Mancini osteopata della VL Basket Pesaro

di Redazione

Dott. Mancini, la sua carriera è iniziata nel campo medico-infermieristico, in ambienti critici come l'Emodinamica e all’Unità Terapia Intensiva Coronarica (UTIC) all'Ospedale Riuniti di Ancona. Come ha influito questa esperienza sul suo approccio in osteopatia?

Sì, è vero. I tanti anni passati in ospedale mi hanno insegnato moltissimo, soprattutto a vedere il corpo come un sistema complesso che va compreso nel suo insieme. In una sala operatoria come quella dell’Emodinamica, ti abitui a riconoscere segnali sottili e a intervenire con precisione. Lavorare in situazioni critiche mi ha insegnato soprattutto l’importanza di un approccio rigoroso e clinico alla cura della persona. Questo background clinico ha fortemente plasmato il mio approccio: in osteopatia, mi piace valutare il paziente in modo completo, non soffermandomi solo su un sintomo, ma andando alla ricerca delle cause profonde del suo malessere.

Questa ampia visione credo permetta di offrire un supporto efficace ai suoi pazienti. È un approccio che le permette di spaziare da casi semplici a problematiche croniche e complesse, giusto? L’osteopatia può avere un ruolo anche per chi convive con malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla?

Assolutamente. La mia visione dell’osteopatia è quella di un percorso complementare alla medicina, anche per pazienti con disturbi complessi. L’osteopatia può apportare sollievo, migliorando la qualità della vita di chi affronta sfide come le malattie autoimmuni. Ovviamente, ogni situazione è unica e il trattamento viene adattato con estrema cautela, in collaborazione con medici e specialisti, per garantire il massimo beneficio e rispetto dei percorsi terapeutici già in atto.

Il suo percorso è ricco di esperienze e formazione continua. Come descriverebbe il suo approccio?

Credo fortemente nella formazione continua. Il mondo della medicina e dell’osteopatia è in costante evoluzione e mi impegno ogni anno a partecipare a corsi di aggiornamento. Per me, è importante non solo mantenere aggiornate le competenze tecniche, ma anche rimanere aperti a nuovi approcci e scoperte. L’obiettivo è sempre lo stesso: migliorare la qualità di vita dei miei pazienti. Studio ogni giorno.

Parlando di pazienti, si dice che lei abbia un approccio particolarmente empatico. Quanto conta per lei il rapporto umano con chi si rivolge a lei?

È fondamentale. Ogni paziente arriva con la propria storia, spesso con una sofferenza che va oltre il semplice dolore fisico. L’osteopatia è un lavoro di precisione, certo, ma per me è anche un atto di ascolto e accompagnamento. Spesso, piccoli dettagli emersi dal dialogo fanno la differenza nel percorso terapeutico. Credo che il paziente debba sentirsi compreso e rassicurato: solo così possiamo raggiungere un risultato che non è solo fisico, ma va ben oltre.

La sua figura è nota anche per il ruolo nella squadra di basket di Pesaro. Qual è la sua esperienza con gli atleti e come contribuisce l’osteopatia al loro benessere?

Essere parte dello staff sanitario di una squadra come la Vuelle è davvero un onore. Con gli atleti, l’obiettivo è non solo trattare gli infortuni, ma anche lavorare in ottica preventiva. L’osteopatia è utile per ottimizzare la mobilità articolare, il recupero muscolare e il riequilibrio posturale, consentendo ai giocatori di affrontare una stagione intensa al meglio delle loro capacità. Lavoriamo in un Team, collaborando con il Dott. Benelli, il Dott. Mancino, il Prof. Zini, oltre ai fisioterapisti e ai preparatori atletici, per garantire interventi tempestivi e mirati. Purtroppo, la stagione non sta andando come speravamo, ma questo rende il lavoro ancor più motivante. Il nostro obiettivo è supportare i giocatori in ogni sfida, fisica e mentale, per aiutarli a tornare più forti. È un’esperienza molto gratificante e mi sento onorato di mettere le mie competenze al servizio dello sport a Pesaro, la città che ho scelto per vivere con la mia famiglia.

Cosa significa per lei essere osteopata in Italia oggi? Sembra che l’osteopatia stia guadagnando sempre più riconoscimento.

È vero, l’osteopatia si sta affermando in Italia, ma c'è ancora molto da fare. Rispetto ad altri Paesi, qui è ancora necessario abbattere alcuni pregiudizi. Tuttavia, sono fiducioso che col tempo il nostro ruolo sarà sempre più riconosciuto, integrandosi ancor di più al fianco dei percorsi medici tradizionali per offrire un supporto completo al paziente. Credo fermamente che l’osteopatia possa dare un contributo significativo e la mia esperienza mi ha portato a collaborare con molti medici che riconoscono il valore di questa disciplina. Inoltre, come docente alla Scuola di Osteopatia OSCE di Bologna, sento la responsabilità di trasmettere ai giovani un impegno costante verso questa crescita.

Ci sono nuovi progetti che la appassionano per il futuro?

Ho sempre idee e obiettivi in evoluzione, alcuni dei quali sono in una fase di sviluppo che non posso svelare del tutto. Posso dire però che mi sto impegnando per ampliare l’accesso all’osteopatia e all’integrazione tra varie discipline mediche, che possano rispondere in modo completo ai bisogni dei pazienti. Per me, la crescita professionale passa anche attraverso il miglioramento continuo e l’apertura verso nuove possibilità. Posso solo dirvi che stiamo lavorando a un progetto di cui sono molto entusiasta. Non posso dire di più al momento, ma presto ci saranno delle novità.

Una visione ambiziosa, ma anche molto pratica. Un’ultima domanda: come definirebbe, in poche parole, il valore dell’osteopatia?

L’osteopatia è un approccio che considera la salute come una condizione naturale dell’organismo, da recuperare e preservare. Non riguarda solo il mal di schiena, come spesso si pensa, ma può accompagnare le persone nel ritrovare un equilibrio globale, intervenendo anche in casi cronici o a supporto di percorsi complessi. Sono convinto che sia un valore aggiunto in ogni fase della vita, dalla nascita all’età avanzata e che nei prossimi anni vedremo una crescita sempre maggiore in questa direzione.

Grazie per la disponibilità, Dott. Mancini. È stato un piacere esplorare con lei un campo così affascinante e complesso.

Grazie a lei! È stato bello poter raccontare il mio lavoro e il valore che l'osteopatia può portare alla vita delle persone. Un saluto a voi di Primo e ai vostri lettori.


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