Attualità
lunedì 19 maggio 2025
Emergenza pneumatici usati: tempi di raccolta fuori controllo, imprese al collasso

La raccolta degli pneumatici fuori uso (PFU) è ormai fuori controllo.
A lanciare l’allarme è la CNA, che ha condotto una nuova indagine coinvolgendo circa mille imprese associate in tutta Italia, tra cui numerose realtà della provincia di Pesaro e Urbino.
I risultati, rispetto all’anno scorso, mostrano un netto peggioramento: il 32% delle imprese segnala attese superiori ai nove mesi per il ritiro delle gomme, contro l’11% registrato nel 2023. Il 46% dichiara di dover aspettare tra i tre e i nove mesi, mentre solo il 22% riesce a ottenere il servizio in tempi più brevi, un dato dimezzato rispetto al 44% dello scorso anno.
Una situazione insostenibile che mette in difficoltà le imprese, costrette a gestire quantità sempre più ingombranti di pneumatici in giacenza.
Oltre il 48% ha oltre 400 gomme accumulate nei propri piazzali, mentre un ulteriore 31% ne conta tra le 200 e le 400.
La media, secondo i dati CNA, si attesta sulle 360 unità per impresa, con conseguenze pesanti sullo spazio disponibile e sull’operatività quotidiana, in particolare per chi non dispone di magazzini ampi.
Inoltre, più del 60% delle aziende lamenta ritiri solo parziali, che aggravano ulteriormente il problema.
Un’anomalia che non può essere giustificata nemmeno dalla posizione geografica delle imprese: quattro su cinque non si trovano in zone difficili da raggiungere.
Nonostante oltre il 90% delle imprese si affidi a consorzi autorizzati, senza procedere autonomamente alla raccolta, i tempi di attesa restano inaccettabili.
Il sistema, denuncia CNA, si è inceppato e rischia di far ricadere sulle aziende sanzioni pesanti per inadempienze che non dipendono da loro.
Per questo motivo, la Confederazione chiede con urgenza l’attivazione dell’“extra target” per smaltire le giacenze e un intervento normativo da parte del governo che imponga tempi certi e regole chiare.
Solo così sarà possibile tutelare le imprese, rispettare la legge e ripristinare un servizio che oggi, di fatto, non funziona più.