Attualità
lunedì 31 ottobre 2022
Caro affitti e bollette, dopo anni di crescita il numero delle immatricolazioni all'Università torna a diminuire

di Repubblica
Studiare fuori costa troppo
Non è certo un caso che, dopo 5 anni di continua salita e dopo due anni di pandemia, il numero delle immatricolazioni all'Università sia sceso del 3%.
Il ritorno delle lezioni in presenza e l'aumento severo del prezzo degli affitti, delle bollette e dei trasporti, ha indotto migliaia di giovani a rinunciare ad iscriversi.
E calano più sensibilmente i fuori sede. Dei circa 1,7 milioni di universitari italiani, coloro che si trasferiscono a studiare altrove sono adesso meno di 500.000, circa 100.000 in meno rispetto all'ultima rilevazione ufficiale del 2018.
A rinunciare sono soprattutto le matricole, chi si iscrive in un altro ateneo lo cerca il più vicino possibile a casa.
Troppo poche e troppo basse le borse di studio, assolutamente insufficienti (appena 40.000) i posti negli studentati pubblici che dovrebbero diventare 100.000 nel 2026 grazie al Pnrr.
E chi vuole proprio andar fuori, sceglie la via intermedia: triennale a casa, specialistica o master fuori.
La concorrenza degli Airbnb
A "Casa vacante" è venuto a vivere anche Luca Torini, 21 anni, di Padova iscritto a Scienze politiche. Insieme a Tiziano Ghidelli, è il "politico" del gruppo, volto del collettivo Luna.
"Il tema della casa equivale al tema della rinuncia e al diritto di restare. Bologna si va livellando sugli studentati privati di lusso, dagli 800 ai 1.000 euro. La città così viene appaltata ai privati che decidono chi può rimanere a studiare qui e chi no. C'è un processo di espulsione degli studenti, un'interruzione di contratti di affitto precedenti e di sfratti. Tanti ragazzi, anche figli di famiglie con due redditi, non hanno più diritto di cittadinanza in quella che era una città universitaria per eccellenza e oggi conta 4.000 appartamenti su Airbnb".