Attualità

venerdì 20 novembre 2020

Dodici comuni si sono uniti nella creazione del distretto biologico Terre Marchigiane

Dodici comuni si sono uniti nella creazione del distretto biologico Terre Marchigiane

L’unione fa la forza e sempre più spesso le amministrazioni comunali stringono sinergie per raggiungere importanti obiettivi. In un territorio, quello delle vallate del Cesano e del Metauro, che ormai da anni si sta caratterizzando sempre più per eccellenze nel settore agroalimentare e vanta prestigiosi riconoscimenti in campo ambientale, c’è la volontà di costituire il distretto biologico Terre Marchigiane. Il protocollo d’intesa nasce da una idea della presidente dell’associazione Anabio Marche, Sara Tomassini, e tutte le amministrazioni interessate stanno deliberando a riguardo. Comprende i comuni di: Pergola, Frontone, Serra Sant’Abbondio, San Lorenzo in Campo, Fratte Rosa, Mondavio, Terre Roveresche, Monte Porzio, Sant’Ippolito, Fossombrone, San Costanzo, Cagli. Un territorio quello pesarese nel quale si sta registrando anche un rilevante incremento delle aziende biologiche con agriturismo. «Da una recente ricerca – spiega Tomassini - la provincia di Pesaro e Urbino risulta essere la quarta in Italia per aziende biologiche con agriturismo. La Cia Marche, con la sua associazione Anabio e la federazione provinciale Coldiretti, ha già contattato e avuto l’adesione informale di oltre cinquanta aziende del biologico. Il distretto è uno strumento innovativo di organizzazione territoriale, volto sia ad incrementare il ruolo multifunzionale del settore primario, sia a migliorare le prestazioni agro-ambientali in chiave sostenibile. Superando il concetto di azienda biologica come unità produttiva isolata, i distretti rappresentano ‘luoghi’ di addensamento e di intreccio delle filiere agroalimentari biologiche, di valorizzazione delle tipicità locali e della qualità ambientale, di sperimentazione di politiche e strumenti efficaci di sviluppo economico e sociale». La costituzione del distretto biologico, così come illustrato nel programma di Anabio Marche, sarà lo strumento per partecipare ai bandi europei ed intercettare i finanziamenti del Psr 2021-2027 finalizzati all’incentivazione delle attività legate all'agricoltura, alla ricettività di tipo agrituristico, alla trasformazione, valorizzazione, promozione e commercializzazione dei prodotti dell'enogastronomia locale. Una grande opportunità per tutto il territorio interessato sia per la promozione che per le future programmazioni di sviluppo rurale. Uno strumento che potrà risultare determinante dal punto di vista economico e turistico per una vasta area che vuole imporsi sempre più per la qualità dei propri prodotti enogastronomici e per un turismo slow ed esperienziale. Il Comune di Pergola ha già dato la propria disponibilità come sede per i futuri incontri tra i protagonisti del futuro distretto. Le basi ci sono tutte per costituire una rete virtuosa che contribuisca allo sviluppo del territorio.

L’Associazione ANABIO nata, a livello nazionale e senza scopo di lucro, per essere uno strumento operativo della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), ha l’obiettivo di favorire l'aggregazione a livello territoriale, la divulgazione delle tecniche di campo e dei processi produttivi propri degli alimenti biologici. Promuove, predispone, organizza e attua programmi di ricerca, studio e sperimentazione attinenti i metodi di produzione biologica e tutte quelle iniziative atte a favorirne la diffusione, lo sviluppo e il progresso. L'azione dell'Associazione è rivolta innanzitutto alla promozione della conoscenza dell'agricoltura biologica, dei metodi adottati, dei territori interessati, dei prodotti ottenuti e alla difesa degli interessi degli agricoltori.

Tra gli obiettivi generali che ANABIO si è posta: collaborare costantemente con le Amministrazioni locali, per promuovere il territorio, la biodiversità, la sostenibilità, il cibo, il valore nutrizionale dei prodotti biologici, l’educazione alimentare, le iniziative solidali e le ricette popolari; favorire la coesione e la partecipazione degli attori della filiera corta, come fulcro dello sviluppo locale, stimolando l’integrazione verticale e orizzontale con altre filiere (turismo, artigianato, agriturismi, ecc.); sburocratizzare, sostenere e migliorare il quadro normativo, la ricerca e la sperimentazione in agricoltura biologica; favorire l’incremento della redditività complessiva del territorio; avviare un percorso di sensibilizzazione e di comunicazione; valorizzare e sostenere la produzione, la commercializzazione, la distribuzione e la promozione dei prodotti biologici.

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