Attualità

mercoledì 02 ottobre 2019

Di cosa si è parlato al Festival delle Città

Di cosa si è parlato al Festival delle Città

Nove ministri in cartellone (Lamorgese, Gualtieri, Franceschini, Provenzano, Spadafora, Boccia, Amendola, De Micheli, Bonetti), cento sindaci (tra cui Sala, Nardella, De Magistris, Gori, Decaro, Pizzarotti, Gnassi e la sindaca di Barcellona Colau), sei governatori (Zingaretti, Bonaccini, Ceriscioli, Emiliano, De Luca e Toti). Oltre a viceministri, sottosegretari, parlamentari. Il sindaco Matteo Ricci, presidente di Ali-Autonomie locali italiane, consolida la dimensione nazionale con quattro giorni di confronto tra «amministratori locali e governo». Aprendo al Pio Sodalizio dei Piceni con una proposta pragmatica: «Ridurre l’Iva portandola al quattro per cento per i lavori pubblici dei Comuni su investimenti green, scuole, trasformazione delle città e delle periferie». Il sindaco lo mette sul tavolo nell’incipit della quattro giorni, scandito dal dibattito con il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, moderato da Corrado Formigli: «Oggi i Comuni pagano un’Iva che va dal 10 al 22 per cento sulle opere pubbliche, senza la possibilità di recuperarla. Sono tutti costi. Il valore del 4 per cento è solo per i lavori sulle barriere architettoniche. Noi sosteniamo che gli investimenti green siano fondamentali, così come gli interventi sulle scuole e la trasformazione delle periferie e del degrado. Permetteteci allora di spendere i soldi che abbiamo e risparmiare. Questo consentirebbe di far partire più lavori pubblici e cantieri,  in modo più veloce. Di conseguenza non cambierebbe il gettito Iva per lo Stato». Ora, specifica Ricci, «lo Stato incassa a seconda il 10 o il 22 per cento, ma così si fanno meno lavori. L’operazione si regge economicamente perché i Comuni metteranno in campo più investimenti e ci sarà più lavoro, oltre a periferie riqualificate e con più sicurezza. Per lo Stato ci sarà lo stesso introito, perché con più lavori incassa più soldi», afferma Ricci. «Per i Comuni, in aggiunta, il risparmio andrà dal 6 al 18 per cento su ogni lavoro pubblico che si fa. Quindi: investimenti, verde, sostenibilità, lavoro, periferie riqualificate, sicurezza», puntualizza Ricci. Non solo: «Gli investimenti sulle periferie siano resi strutturali». Dal sindaco, che si dice d’accordo su ius soli e ius culturae - così come a un’idea dell’accoglienza che coniughi «rigore e solidarietà, gran parte dei sindaci crede nell’integrazione» - apprezzamenti al ministro dell’Interno: «Conosce bene Pesaro, ha diminuito il clima di tensione generale nel Paese. Ottenendo da subito risultati importanti». Nel mezzo, il ministro («ministra o ministro? Chiamatemi come volete») evidenzia che «tutte le attività che i prefetti svolgeranno sul territorio saranno fatte d’intesa coi sindaci. E’ la linea che ho sempre seguito nella mia esperienza». Da Ricci messaggi anche al fronte interno: «I sindaci non sono correntizi. Il nostro partito lo è troppo, lo vorremmo basato più sui sindaci popolari, piuttosto che sulle correnti. Credo sia un valore per aggregare. L’idea che Renzi faccia il centro e noi la sinistra non solo è vecchia ma sbagliata». «Condivido la spinta all’innovazione, dobbiamo rifondare il nostro campo», chiude Zingaretti. Nel frattempo Ricci annuncia al Festival Matteo Renzi venerdì 4 ottobre.

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