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mercoledì 22 aprile 2020

Confesercenti Montefeltro scrive ai sindaci del territorio: ecco le nostre priorità in vista della ‘fase 2’

Confesercenti Montefeltro scrive ai sindaci del territorio: ecco le nostre priorità in vista della ‘fase 2’

Alcune priorità per le attività commerciali e turistiche in vista della cosiddetta ‘fase 2’ dell’emergenza sanitaria che dovrebbe prevedere, con modalità ancora tutte da definire, il graduale ritorno alla normalità e quindi anche la riapertura delle attività del territorio: questo l’oggetto di una lettera che il direttivo Confesercenti del Montefeltro ha inviato ai sindaci del territorio.

Tra le richieste, in primo luogo la cancellazione degli adempimenti fiscali relativi a tasse e imposte comunali -IMU, TARI e TOSAP- oltre alla possibilità, per le attività che ne avranno bisogno, di usufruire di un maggior spazio pubblico che permetta di poter lavorare in sicurezza. “Chiediamo inoltre ai sindaci di poter conoscere con anticipo gli obblighi di legge inerenti alle riaperture –spiega Giorgio Bartolini, direttore provinciale Confesercenti- per permettere alle attività di potersi adeguare e per non penalizzare ulteriormente gli operatori dell’entroterra, già in difficoltà ancor prima della crisi sanitaria. Infine, per le attività obbligate alla chiusura, chiediamo le Amministrazioni si impegnino ad ottenere dal Governo adeguati indennizzi.

Per i componenti del direttivo Confesercenti Montefeltro, pesa l’incertezza per il prossimo futuro: “Non sappiamo quando apriremo né come apriremo –spiega Osvaldo Mancini titolare di un campeggio in Valmarecchia- le difficoltà nel settore turistico sono molteplici anche perché ogni struttura ha caratteristiche specifiche e le regole non possono essere uguali per tutti. Va detto, inoltre, che se il turismo perde luglio e agosto non può recuperare a settembre. Di questo si dovrà tenere conto. Chi di noi andrà ad indebitarsi per aprire con questi presupposti?” “Non c’è ancora un piano nazionale sulle riaperture per il quale si deve attendere, al di là delle nostre proposte, un parere scientifico –aggiunge Riccardo De Silvestri titolare di un albergo-ristorante a Pennabilli- anche per questo motivo, la richiesta di cancellare gli adempimenti fiscali è prioritaria, non possiamo permetterci di pagare servizi dei quali non abbiamo nemmeno usufruito”.

Su questo punto insiste anche Francesco Sartini, albergatore e ristoratore di Carpegna: “Tenere chiuso costa, ecco perché è indispensabile per noi sensibilizzare i sindaci sulla necessità di annullare e non solo sospendere le tasse locali. Nessuno di noi è tranquillo in vista della riapertura, né in termini economici, né da un punto di vista sanitario”. Luigi Ciucci ristoratore di San Leo sottolinea: “Per certe tipologie di ristoranti, come ad esempio quelli nei centri storici, sarà impossibile rispettare certe normative. In più se non c’è mobilità sul territorio nazionale, le attività dell’entroterra resteranno praticamente isolate. Allora il dubbio vero è se conviene davvero avviare costosi lavori di ristrutturazione e di sanificazione senza avere la certezza di ciò che accadrà  nei prossimi mesi”. Il direttivo chiede un confronto con i sindaci del Montefeltro sulle possibilità future di ripresa economica, turistica e sociale del territorio.

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